Toscana

SANITA’: NEL 2008 NUOVO CENTRO RICERCA CANCRO IN TOSCANA

Nascerà nel 2008 all’ospedale di Careggi, a Firenze, il ‘Core research laboratory’ dell’Istituto toscano tumori. Il centro si occuperà di ricerca oncologica e richiamerà anche giovani ricercatori da tutto il mondo tramite un appello lanciato sul periodico ‘Nature’. Per la realizzazione del ‘Core’ saranno stanziati dalla Regione Toscana sette milioni di euro. Il centro avrà a disposizione circa 2400 metri quadrati di spazi a Careggi mentre altri due laboratori satellite saranno a Pisa e Siena. All’appello di ‘reclutamento’ su Nature hanno già risposto una trentina di candidati tra i quali ne verranno scelti quattro o cinque per lavorare a Firenze.

L’Istituto toscano tumori, del quale è direttore scientifico il dottor Lucio Luzzatto, si arricchisce anche di un’International scientific advisory board, un comitato scientifico che sarà presieduto dal professor Sydney Brenner, premio Nobel per la medicina nel 2002. Insieme a lui ci saranno Dino Amadori, Paolo Bruzzi, Lean-Claude Horiot, Pier Paolo Pandolfi, Bob Pinedo e Paolo Vineis. Il gruppo di studiosi esprimeranno valutazioni e indicazioni sui progetti di ricerca che fanno parte dell’attività dell’Istituto.

Le novità dell’Istituto toscano tumori sono state annunciate da Luzzatto, da Enrico Rossi, assessore regionale per il diritto alla salute, da Gianni Amunni, direttore operativo dell’Istituto, e da Alberto Auteri, presidente della facoltà di medicina di Siena.

Per sabato prossimo è anche prevista la prima Conferenza scientifica dell’Istituto che si terrà alla Certosa di Pontignano. In quell’occasione 27 ricercatori che svolgono la propria attività in diverse sedi della regione presenteranno i risultati del loro lavoro. Il programma che, come ha ricordato Rossi, “vuole fare il punto sulla ricerca in Toscana”, comprende relazioni su ricerca di base, per esempio sul ruolo dei micro Rna nella patogenesi dei tumori; ricerca clinica, a esempio su terapie innovative; ricerca traslazionale sui profili di espressione genica in relazione al decorso clinico e alla prognosi di tumori; sull’epidemiologia e i programmi di prevenzione; sulle terapie di supporto e sull’umanizzazione.

“In questi anni – ha affermato Luzzatto – sono stati fatti enormi passi avanti soprattutto nel campo delle leucemie dei linfomi. Le terapie da privilegiare sono quelle che puntano sui ‘bersagli’ da colpire, ovvero quei geni che rendono tangibili le differenze tra cellule normali e cellule tumorali”. (ANSA)