Toscana

SANTA SEDE ALLA CONFERENZA FAO A PORTO ALEGRE: GIUSTIZIA E SOLIDARIETÀ PER I PICCOLI COLTIVATORI E I SENZA TERRA

Va scongiurato “il rischio che il mondo rurale possa essere considerato sempre più come una realtà secondaria, o addirittura dimenticata”. È l’appello lanciato da mons. Janusz Bolonek, nunzio apostolico in Uruguay, alla Conferenza internazionale organizzata dalla FAO sulla riforma agraria e sullo sviluppo rurale, in corso a Porto Alegre dal 7 al 10 marzo. Mons. Bolonek guida la delegazione della Santa Sede che ha preparato per la conferenza una “Nota tecnica”. Nel suo intervento, mons. Bolonek ha voluto portare alla conferenza la voce e le “attese di coloro che, lavoratori agricoli, piccoli coltivatori, artigiani e famiglie, vivono e lavorano in maniera stabile nel mondo rurale”.

Milioni di persone nel mondo – ha detto il nunzio – che domandano “soluzioni pratiche, in grado di riorganizzare la capacità di lavoro, l’ambiente e l’aspetto sociale del settore agricolo”. Il nunzio si è fatto portavoce della situazione vissuta dai “piccoli agricoltori” e dai “senza terra”. “Si trovano – ha detto – spesso in situazione di miseria, sfruttamento, accesso limitato al mercato, difficoltà sociale, mancanza di sostegno dei loro diritti e bisogni fondamentali”.

Sono situazioni che hanno per conseguenza “l’abbandono progressivo dell’attività agricola, nella illusione di trovare nelle zone urbane risposte migliori alla loro condizione di povertà. Cambiare questa situazione vuol dire fare appello a un concreto concetto di giustizia, capace di tradursi in politiche, norme e azioni ispirate alla solidarietà”. Nella “Nota tecnica” consegnata alla Conferenza Fao, la Santa Sede punta l’attenzione sulla “ineguale distribuzione dei beni” sulla terra, “concentrati nelle mani di pochi, escludendo quanti non sono in grado di poterne godere”. Riguardo al mondo rurale e alla riforma agraria, la Santa Sede ricorda che “la dottrina sociale della Chiesa ha spesso rimarcato la condanna del latifondo come intrinsecamente illegittimo”.

Nell’auspicare una “riduzione della concentrazione della terra”, la Santa Sede indica come orientamento concreto la “promozione di forme di impresa “familiare” e di “strutture cooperative capaci di operare in modo autonomo ed efficace”. In questo contesto, la Chiesa chiede un sostegno speciale alle “comunità indigene” che “nella relazione ancestrale con la terra fondano la loro identità, cultura e spiritualità e la cui struttura sociale considera l’uso della terra come conseguenza di una proprietà comune”. Sir