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SRI LANKA: CARITAS INTERNATIONALIS, «CESSATE IL FUOCO. MANCANO CIBO, ACQUA E CURE MEDICHE»

Caritas internationalis lancia un urgente appello per il cessate-il-fuoco in Sri Lanka, per non mettere ulteriormente a repentaglio la vita dei civili coinvolti nel conflitto tra esercito governativo e il movimento ribelle delle tigri tamil. “I pericoli per la popolazione civile sono talmente grandi che solo un immediato cessate-il-fuoco bilaterale potrebbe garantirne la protezione”, afferma la confederazione che riunisce 162 Caritas nazionali di tutto il mondo. “Le agenzie umanitarie devono essere messe in grado di aiutare tutte le persone colpite – denuncia Lesley-Anne Knight, segretaria generale di Caritas internazionalis – ma il nostro staff in loco lamenta la mancanza di cure mediche, cibo e acqua potabile, e traumi fortissimi”. Il proseguimento delle operazioni militari, sottolinea Knight, “avrà un costo elevatissimo in vite umane. Tutto ciò è inaccettabile”. Sono oltre 196.000 i civili in fuga dalle aree di conflitto, ora ospiti nei campi di Vavuniya, Jaffna e Trincomalee. Circa 1700 persone ferite sono state trasferite negli ospedali di Mannar, Trincomalee, Anuradhapura e Colombo. La Caritas garantisce aiuti alimentari per 7.000 persone in 7 campi a Jaffna e altre 12.500 a Mannar. In un incontro che si è svolto ieri tra il presidente dello Sri Lanka Mahina Rajapaksa, i vescovi cattolici e lo staff Caritas, il capo di Stato ha annunciato l’apertura di tre nuovi campi per sfollati a Jaffna, Trincomalee e Mannar. Nei giorni scorsi è rimasto vittima degli scontri nella zona di Mullivaikal, un autista di Caritas Sri Lanka. Un altro prete, padre T.R. Vasanthaseelan ha subìto il 23 aprile scorso l’amputazione di una gamba ed è ora ricoverato in un ospedale di Colombo.Sir