Toscana

Sanità: Consiglio regionale, chieste più regole per la professione «intramoenia»

La mozione “in merito alla necessità di una nuova regolamentazione delle prestazioni sanitarie rese in libera professione intramoenia e al progressivo superamento della libera professione extramoenia”, impegna la Giunta regionale a “rivedere, laddove necessario, la regolamentazione esistente in merito alle erogazioni di prestazioni sanitarie in regime intramoenia e a rafforzare le azioni” per, tra le altre cose, “l’organizzazione di un sistema aziendale centralizzato che gestisca in maniera efficiente le liste di attesa” e per “avviare la completa pubblicazione sul sito web di ciascuna azienda dei tempi di attesa e dei volumi di attività in istituzionale e in libera professione”; a favorire, inoltre, “una programmazione che miri a tutelare la qualità dell’attività istituzionale, l’uguaglianza dei cittadini nell’accesso ai servizi  sanitari”; ad attivarsi in sede di Conferenza Stato-Regioni per monitorare lo stato di applicazione sulla normativa, con l’obiettivo di garantire l’uniformità su tutto il territorio nazionale e per rafforzare il principio dell’esercizio esclusivo della professione sanitaria all’interno del sistema pubblico.  

Per Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra) la vera scelta è separare il pubblico dal privato e “investire maggiormente nel pubblico, riqualificando personale e attrezzature”. Per Andrea Quartini (M5S) il sistema attuale “ha finito per introdurre un doppio conflitto di interessi, perché con l’intramoenia ci guadagnano i medici e le Asl, non si sono ridotte le liste di attesa e sono aumentate le diseguaglianze”.

Stefano Scaramelli (Pd) ha sottolineato che “il sistema va regolamentato meglio, ma mantenuto, perché l’attività intramoenia consente di scegliere il medico da cui si vuole essere curati a un prezzo calmierato”. Secondo Stefano Mugnai (Forza Italia) il sistema intramoenia “ha senso solo se esistono delle liste di attesa ragionevoli e se si applica la legge per bene”. Ad esempio, visto che la percentuale è calcolata sullo staff, attualmente i medici bravi finiscono per fare solo intramoenia e quelli meno conosciuti solo attività istituzionale.

Elisa Montemagni (Lega nord) ha chiesto, vista la complessità del tema, il rinvio della discussione in commissione; Paolo Bambagioni (Pd) ha sottolineato la necessità di “migliorare i meccanismi di controllo”, ricordando ad esempio gli ottimi risultati ottenuti dall’Emilia Romagna, che ha posto vincoli all’intramoenia nel caso in cui si allunghino le liste di attesa. Leonardo Marras ha spiegato che “c’è bisogno di un’ulteriore regolamentazione, ma la libera scelta del cittadino, prevista nel settore pubblico, è un valore a cui non possiamo rinunciare”.

In fase di dichiarazione di voto, Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra) ha detto che “portare dentro l’extramoenia è un tentativo di fare più cassa”; Andrea Quartini che “è interessante che il presidente Rossi, che si è espresso per abolire l’intramoenia, sia messo in minoranza dal suo gruppo Pd”; Leonardo Marras che “si rovescia la realtà e che la nostra posizione non è distante da quella di Rossi”; Stefano Mugnai che “Forza Italia si astiene perché non crede alle affermazioni del Pd”.