Toscana

Sanità, dubbi Corte dei Conti su project financing ospedali toscani

La pronuncia della sezione di controllo di viale Mazzini è positiva, ma per la prima volta i giudici di viale Mazzini mettono sotto la lente di ingrandimento il sistema di finanziamento per la costruzione dei 4 nuovi nosocomi decisa nel dicembre 2002 con l’approvazione da parte Consiglio regionale col piano pluriennale degli interventi sanitari strategici. Il termine project financing, viene rammentato, presupporrebbe un coinvolgimento rilevante di capitali privati nell’investimento per un’opera pubblica. «Le direttive Eurostat – è il richiamo dei magistrati contabili – ammettono una quota di parte pubblica non superiore al 50% per giustificare il ricorso a questo strumento». Ben diversa, invece, è la realtà che è emersa nella sanità toscana. La situazione, peraltro, è pure peggiorata rispetto al piano iniziale di investimento. «La quota pubblica – puntano il dito i giudici della sezione di controllo – è lievitata dal 65 all’89%. Parallelamente la quota privata si è ridotta dal 35 al 20%». In altre parole, è la tesi da loro sostenuta, «l’incremento dei costi è stato anticipato e pagato interamente da parte pubblica».

Non solo. Anche il monitoraggio sui lavori ha lasciato alquanto perplessi. «Modesta risulta l’attività di controllo – si legge, ancora, nella relazione-, anche a causa della direzione dei lavori, affidata, per disposizione legislativa, all’esecutore stesso. Il collaudo è stato affidato all’esterno della stazione appaltante ed “intuitu personae”». I contratti controfirmati dalla Regione, inoltre, presentano una «spiccata convenienza» per il concessionario, cioé l’investitore privato coinvolto nell’operazione. In effetti, tirando una linea, la Corte dei Conti constata che solo per la costruzione degli edifici le Asl hanno sborsato qualcosa come 359,16 milioni, mentre altri 1,227 miliardi derivano dai canoni di leasing per i servizi. «Incombe sull’operazione- concludono- l’alea di un potenziale ulteriore debito a carico della Regione, qualora il rischio di mercato risulti stabilmente sbilanciato a carico della parte pubblica».