Toscana

Sanità: «riforma è garanzia per futuro in Toscana»

“Non so come faranno le altre regioni, perché a tagli di questa entità si può far fronte solo con determinazione e coraggio” ma “sono convinto che il servizio sanitario pubblico, un servizio di qualità, per tutti i cittadini, debba essere salvaguardato. E si può farlo solo riorganizzandolo in profondità”. E’ con queste parole, che tracciano il senso di una sfida che intende mettere insieme qualità e taglio della spesa, che il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha concluso il suo intervento nel dibattito in Consiglio regionale sulla riforma della sanità. Ma critiche sono piovute dal fronte delle opposizioni.

Rossi ha sottolineato che per la Toscana “i tagli ammontano a 440 milioni e che si aggiungono a quelli degli anni precedenti”. A tutto questo, ha puntualizzato il presidente, “non si può fare fronte come chi oscilla tra politiche liberistiche per il privato e politiche conservative, corporative e statalistiche rispetto ai servizi che si chiede al pubblico di erogare”. Né con la spending review: “Anche perché con la logica dei tagli lineari si finerebbe per sacrificare ciò che più ci preme”. Tanto meno, ha sottolineato Rossi, con l’aumento delle tasse. “Resta solo la possibilità di puntare a quella che pare un’impresa e che pure bisogna tentare, ovvero abbassare i costi conservando se non migliorando la qualità. Eppure guardando le nostre realtà sono convinto che questa strada della riorganizzazione sia percorribile”. Tutto questo, tra l’altro, anche creando nuove opportunità per i lavoratori più giovani: “Sono per una riforma della pubblica amministrazione che possa mandare in pensione coloro che potranno andarvi con i requisiti precedenti alla Fornero, dando così più opportunità alle generazioni che finora sono rimaste in attesa. Non penso che regrediremo, con un cambiamento di questo tipo”.

L’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni ha riepilogato i principi fondamentali che ispirano la riforma: “una sanità per tutti, di qualità, pubblica, attenta al cittadino, alla prevenzione, all’innovazione, ricerca e formazione, alle persone che ci lavorano, alla sua sostenibilità”. L’assessore ha ripercorso gli ultimi anni, ricordando la profonda riorganizzazione già affrontata dalla nostra sanità, riorganizzazione che ha consentito di superare la grande crisi economico-finanziaria che si è abbattuta sulla sanità italiana e toscana dal 2011: quella che dal presidente Rossi era stata definita “uno tsunami”. Una riduzione di circa 1.300 milioni di euro in 3 anni. Nonostante questo – ha sottolineato Marroni – la sanità toscana ha raggiunto il pareggio di bilancio, si è piazzata ai primi posti in tutte le classifiche nazionali (Lea, Sdo, Programma nazionale esiti), si è aggiudciata finanziamenti nazionali per 77 milioni per progetti clinici e di ricerca (148 in tre anni). A questo punto l’assessore ha toccato gli aspetti salienti della riforma, peraltro già illustrati in sede di Commissone sanità. Le dimensioni delle nuove aziende saranno quelle di Area vasta, con una programmazione unitaria dell’azienda ospedaliero-universitaria con l’unica azienda sanitaria locale di Area vasta. Il direttore della programmazione di Area vasta avrà il supporto essenziale dei Dipartimenti interaziendali per la programmazione. La proposta di legge di riordino – ha sottolineato ancora l’assessore – ha goduto di un’ampia e partecipata fase di ascolto e confronto, e continueranno ad essere coinvolti i professionisti, i cittadini, le associazioni. Quanto al personale, Marroni ha detto che “a seguito di questo processo contiamo di ridurre il costo del personale, pari oggi a circa 2,5 miliardi di euro, di circa 100 milioni in due anni”.

“La vostra proposta di legge di riforma del sistema sanitario regionale è un refuso della politica, dove si asseriscono verità smentite dalla realtà quotidiana e si fanno passare per tagli alla governance semplici cambi di etichette e di profili contrattuali. Per poi alla fine fare che? Ridurre il personale sanitario e sforbiciare ancora servizi già oggi ridotti all’osso”. Ecco uno dei passaggi chiave dell’intervento con cui il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (FI) ha ribattuto alla comunicazione esposta in aula dall’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni. Mugnai è passato a esaminare il fronte del riassetto della governance: «Voi parlate di una riforma epocale della sanità. Io sono dell’avviso che prima di chiedere sacrifici ai cittadini si dovrebbe metter mano al taglio di apparati e burocrazie, dunque di poltrone. Ma qui… che si taglia? I direttori generali cambiano nome ma restano pari pari. Poi c’è la nuova figura del coordinatore d’area vasta che avrà il compito di ‘creare l’amalgama’. Si mandano via i direttori amministrativo e sanitario? In apparenza, perché la legge prevede che i direttori generali possono dotarsi di staff e dunque rieccoli rientrare dalla finestra. Insomma, i tagli alle poltrone stentano a fare massa critica. Ammettete che il grosso del risparmio deriverà dal taglio dei dipendenti che voi definite esuberi. Io vi dico una verità che sta agli atti: in questi mesi dove tutti in Toscana stanno parlando di questi temi, i direttori generali e i commissari sono scatenati nel dare incarichi senza concorso, in regime di 15septies, per dare qualche premio a chi in questi anni ha lavorato per la causa: Grosseto, Lucca, Firenze, a Prato si è dato un incarico di formatore sul tema del’anticorruzione ad una persona condannata dalla Corte dei Conti… sono cose segnalate dai revisori alla corte dei conti direttamente, non cose che sosteniamo noi per picca eh. Per di più, aziende che hanno vita fino a fine 2015, danno incarichi fino al 2018. Questi sono gli sprechi. Anche perché sovente si mandano i professionisti in pensione, come vi accingete a fare, e poi si riassumono con incarico nominale, ai sensi dell’articolo 15septies del D.Lgs. 502/1992, come spero non vi accingiate a fare ma la consuetudine parla chiaro. Il sistema sanitario deve servire a dare risposte sanitarie ai cittadini, non risposte politiche e quindi spesso clientelari a qualcuno».

«Ora voi farete passare le elezioni e poi taglierete posti letto e servizi. Vi ricordo che noi coi posti letto siamo già sotto la soglia fissata dal decreto Balduzzi, e i piccoli ospedali, che voi dite “non li chiudiamo” con tanto di punti esclamativi, li avete di fatto già chiusi sottraendogli competenze. Sfogliate i quotidiani di cronaca locale: non passa giorno senza manciate di segnalazioni sui disservizi in sanità. Non sarà mica solo la minoranza, evidentemente, eh? Il punto è che la sfida lanciata in tv da Rossi, per altro inizialmente fuori normativa come noi dicevamo, ormai è una sfida persa. Persa. In questi cinque anni – ha concluso Mugnai – in commissione sanità abbiamo visto una quantità di atti: non ho memoria di nessuna proposta di legge che abbia ottenuto tanto dissenso da parte degli operatori, degli uffici giuridici del consiglio regionale, dei sindaci… questa è una legge mal fatta. Un refuso della politica».