Toscana

Sanità, una nuova terapia per 200 mila toscani colpiti da BPCO

La BPCO è una condizione patologica caratterizzata da una limitazione del flusso aereo; si manifesta con un’ostruzione bronchiale e conduce gradualmente ad una vera e propria «fame d’aria». Intervenire precocemente con la giusta terapia e praticare una costante attività fisica è alla base di un’efficace gestione della malattia.

La dispnea, insieme alla tosse persistente spesso associata a catarro, sono i sintomi principali della BPCO. La mancanza d’aria mina gradualmente la capacità di movimento dei pazienti: dalla fatica a salire le scale, alla difficoltà a passeggiare, fino alla rinuncia a camminare per brevi tragitti ed a trovare molto impegnative semplici attività quotidiane come vestirsi o lavarsi.

Per ovviare alla sensazione di fatica, i pazienti con BPCO tendono a diventare sedentari, ma più sono sedentari maggiore è la difficoltà a compiere movimenti anche semplici. Questo circolo vizioso va spezzato. La sedentarietà è un fattore controproducente perché favorisce il progredire della patologia. Il movimento costante quotidiano è importante nel percorso di riabilitazione del paziente bronco-pneumopatico cronico. 

Il ricorso ai farmaci broncodilatatori, terapia di riferimento per il trattamento della BPCO, è fondamentale per aiutare il paziente a mantenere un’attività motoria quotidiana.

«Negli studi scientifici l’effetto positivo di un trattamento farmacologico è rappresentato, oltre che dall’imprescindibile efficacia nel miglioramento della funzionalità polmonare, dalla ricaduta positiva sulla vita dei pazienti – sottolinea Pierluigi Paggiaro, Ordinario di Malattie dell’apparato respiratorio, Università degli Studi di Pisa – Dallo studio SHINE emerge che la monosomministrazione giornaliera della co-formulazione indacaterolo/glicopirronio, porta, rispetto al trattamento standard con tiotropio, a un incremento di 16 giorni liberi da sintomi, durante i quali i pazienti sono in grado di svolgere le loro abituali attività quotidiane. Questo risultato è davvero molto importante: significa trascorrere giornate in cui è possibile svolgere la normale attività fisica, migliorando il tono muscolare, potendo riprendere la vita sociale e uscire dall’isolamento».

«Le molecole indacaterolo e glicopirronio, già utilizzate singolarmente, agiscono con meccanismi d’azione differenti e complementari tra loro. Potere disporre di questi principi attivi, in un’associazione fissa, in un unico device e con un’unica erogazione quotidiana, non potrà che avere un impatto migliorativo sulla broncodilatazione» – afferma Walter Castellani,  Direttore Fisiopatologia e Riabilitazione respiratoria, Ospedale Palagi, Azienda Sanitaria, Firenze. «Grazie all’azione complementare della co-formulazione il paziente potrà ridurre le  riacutizzazioni con un risvolto significativo sulla qualità di vita. Minori riacutizzazioni potranno incidere positivamente anche sulla progressione della patologia».