Toscana

Sanità. Visite specialistiche in 15 giorni, ecco piano della Regione

L’abbattimento dei tempi passerà dall’utilizzo di supporti informatici per la gestione delle liste, e da un accordo con operatori e medici per determinare il livello minimo delle prestazioni da erogare a livello di azienda sanitaria. Qualora questo non si dovesse rivelare sufficiente per rispondere alla domanda di prestazioni entrerà in gioco la contrattazione di un’attività aggiuntiva di laboratori e ambulatori da svolgere il pomeriggio, la sera e anche il sabato.

Si tratta di un piano ambizioso che prevede la destinazione di 10 milioni. «È una delibera importantissima- spiega il governatore Rossi -. Ci sono molte persone che si lamentano. Per ridurre i tempi decidiamo di fare liste d’attesa su supporti telematici, informatici, pertanto trasparenti. Le agende si buttano nel cestino. Vogliamo che le registrazioni delle prenotazioni siano tracciabili». Si chiama, sottolinea il presidente della Toscana, «gestione operativa, trasparenza, controllo delle liste in modo che non ci siano i furbi che passano avanti quando non devono».

L’obiettivo di fondo è avere risposte «just in time». Un principio che, laddove è stato seguito, «ha persino ridotto il numero delle prestazioni con grande soddisfazione da pare di tutti, ovviamente».

Su sette categorie di visite specialistiche l’obiettivo è di scendere a 15 giorni prima dell’erogazione, mentre per le altre i tempi saranno contenuti in 30 e 60 giorni, a seconda di una precisa graduatoria. La prenotazione avverrà sempre di più usando il canale dei medici di medicina generale, mentre diventerà residuale il cup, il call center centralizzato delle Asl.

L’altro elemento innovativo è l’idea di un’intesa da stipulare coi dipendenti della sanità: «Se non si riescono a rispettare le liste bisogna ricorrere a un’attività aggiuntiva- dichiara il presidente Rossi-. Vuol dire tenere aperti i nostri servizi, i nostri ospedali i nostri ambulatori il pomeriggio o addirittura la sera, in qualche caso anche la sera inoltrata e poi il sabato». La finalità è presto spiegata: «Vogliamo lavorare di più, pagando di più questo lavoro aggiuntivo che viene svolto. Vogliamo sviluppare nel pubblico la risposta alla domanda che viene dai cittadini». Spetterà al direttore generale di ogni Asl stipulare un accordo coi dipendenti al fine di quantificare i volumi di prestazioni ordinario e le modalità per intervenire qualora dovesse essere superata questa soglia.

Un’attività da concordare chiaramente, perché come ricorda lo stesso Rossi non può essere imposta. E visto che il cuore della delibera è la gestione dei tempi di attesa altrettanto cruciale è capire entro quanti mesi riuscirà a sprigionare gli effetti attesi: «In sanità è difficile vederli in meno di sei mesi – ammette Rossi -. Il servizio conta 56 mila dipendenti ed eroga 20 milioni di prestazioni». Alcune date sono già state fissate: in chirurgia, ad esempio, oggetto di un’altra delibera, il punto verrà fatto il 30 settembre, «ma mi risulta che siano già avanti», puntualizza Rossi. Per le visite specialistiche la verifica andrà svolta il 30 novembre. La Regione a breve dovrebbe presentare un ulteriore atto nei prossimi giorni sul fronte della libera professione. Nel frattempo, il governatore elogia l’operato di Saccardi: «Do merito all’assessore del fatto che non c’era mai stato prima un intervento così ben fondato come quello che illustriamo oggi».