Toscana

Sicurezza, le paure dei toscani

di Ennio Cicali

Basta una strada sporca o poco illuminata, qualche edificio abbandonato, carcasse di auto bruciate, siringhe in terra per aumentare l’insicurezza, in crescita per donne e anziani. Oltre il 10% dei cittadini toscani non si sente sicuro camminando per strada di giorno. Con il buio la percentuale sale al 22%, praticamente più di un toscano su 5 ha paura. L’11,3% si sente poco o niente sicuro anche a casa propria, se è solo ed è notte. Il 37,6% dei cittadini toscani (il 46% delle donne e il 26,5% degli uomini) sostengono che la paura della criminalità influenza molto o abbastanza le proprie abitudini di vita. Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto sulla percezione della sicurezza dei cittadini toscani che, prodotto dall’Osservatorio regionale sulla sicurezza urbana, ha riguardato un campione rappresentativo di 2.500 cittadini toscani di più di 14 anni.

La percezione di pericolo si amplifica quando si accompagna al degrado sociale e ambientale della zona in cui si vive. L’analisi di alcuni indicatori di vivibilità quali scarsa illuminazione delle strade, la presenza di edifici abbandonati, le strade sporche, difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici, presenza di persone che si drogano, che spacciano droga, prostitute in cerca di clienti, atti di vandalismo,   ha un’importante ricaduta in termini di percezione della sicurezza.  In questo senso il 52,8% dichiara di vivere in realtà con pessime condizioni della pavimentazione stradale, il 49,7% con il traffico elevato, il 31% lamenta la scarsa illuminazione delle strade, il 13,1%  edifici o giardini abbandonati.

La sensazione di insicurezza si amplifica se accompagnata dalla sensazione che le istituzioni non siano in grado di prevenire o reprimere la criminalità: il 22,8% degli intervistati ritiene che le forze dell’ordine non passano mai o quasi mai dalla via in cui abitano; il 36,8% ritiene che sia poco o niente controllato il luogo ove vive (percentuale che sale al 44,9% nelle aree metropolitane).

Quali altre misure potrebbero essere adottate? Il 59,9% dei toscani auspica il potenziamento delle forze dell’ordine, solo l’1,1% ritiene utile l’impiego delle forze armate nelle aree urbane, percentuale che tocca il 2,2% per le ronde. La certezza delle pene (25,9%) ha maggior rilievo del loro inasprimento (chiesto solo dal 14,4% dei cittadini).

È Grosseto la provincia nella quale i cittadini si sentono più sicuri ad uscire da soli, sia di giorno sia di sera. Prato è invece la provincia dove la percezione di insicurezza è più diffusa. Il 14,1% dei pratesi, contro il 9,6% dei toscani, sono poco o per niente sicuri nell’uscire di giorno da solo, indice che sale al 34,4%  per la sera contro il 25,4% dei toscani. I cittadini di Prato si sentono insicuri anche se sono soli in casa propria e fuori è buio, sono il 16,6% contro la media regionale dell’11,3%.

Tra le province dove la percezione di insicurezza è inferiore a quella media regionale, oltre a Grosseto, sono Firenze, Massa Carrara e Livorno. Dopo Prato le province dove si riscontra un disagio maggiore sono  Lucca, Pistoia e Pisa. Nella provincia di Siena si rileva un fenomeno particolare: i cittadini si sentono più sicuri ad uscire da soli di sera piuttosto che di giorno. Ad Arezzo il timore di subire il furto dell’automobile è molto più sentito che nelle altre province (42,4%), a differenza di Firenze dove tale preoccupazione ha il valore più basso (30,0%). La paura di subire un furto in abitazione è maggiormente sentita nella provincia di Pisa (70,3%) contrariamente a quanto riscontrato a Massa dove si registra la preoccupazione minore (53,5%).

Diversa è la percezione di sicurezza anche in base al titolo di studio. Poco più di un laureato su quattro si sente scarsamente sicuro, percentuale che raddoppia per chi ha un titolo di studio più basso.

La Regione Toscana nel periodo 2001-2009 ha erogato oltre 17 milioni di euro a Comuni singoli e associati per progetti di sicurezza urbana e il potenziamento delle polizie municipali. Sul fronte della prevenzione il prefetto di Firenze, Andrea De Martino, coordinatore dei prefetti toscani, ha annunciato l’arrivo di 300 mila euro per la videosorveglianza. «Non basta delegare la sicurezza alle telecamere – ha precisato – ogni cittadino deve impegnarsi a denunciare quello che crea problemi alla convivenza».

Netta la posizione di Enrico Rossi, assessore regionale alla salute e candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra. «Sul tema della sicurezza – spiega – devono emergere tre aspetti chiari. Il primo è che le leggi devono essere rispettate. Il secondo che è inaccettabile l’equazione immigrato uguale delinquente. Il terzo si deve superare l’integrazione per giungere a una serena convivenza con chi è nato in un Paese diverso dal nostro».

«I dati della ricerca vanno analizzati con cura e attenzione – sottolinea il vicepresidente della Regione, Federico Gelli – I reati diminuiscono e la percezione di sicurezza peggiora. È evidente una anomalia che la politica deve cercare di risolvere, comunicando meglio con i propri cittadini».

Sono arrivate anche ‘ndrangheta e camorra

Negli ultimi 30 anni la criminalità si è diffusa silenziosamente anche in Toscana. Dagli anni Settanta ad oggi le organizzazioni criminali nella nostra regione sono cresciute da 38 a 43 nuclei, pur non riuscendo ad esercitare forme di controllo sul territorio o a condizionare l’amministrazione pubblica a differenza di altre regioni. Se fino agli anni novanta l’organizzazione più presente era Cosa nostra, adesso si stanno espandendo anche ‘ndragheta e camorra. Il riciclaggio di denaro rappresenta la principale attività mafiosa, che si concentra soprattutto in acquisizione di negozi, alberghi, aziende, immobili e terreni, come mostrano i dati sui beni confiscati nella nostra regione. Il dato risulta dalla recente ricerca «La criminalità in Toscana. Storia, caratteristiche ed evoluzione», promossa dalla Regione Toscana e dall’associazione «Avviso Pubblico».

La situazione toscana risulta anche dal confronto tra i beni confiscati nelle regioni del Centro nord; la classifica è guidata dalla Lombardia con 587 beni confiscati, seguono il Piemonte con 100, il Veneto con 71, l’Emilia Romagna con 57 ed infine la Toscana con 28.

La localizzazione su territorio regionale delle organizzazioni criminali può essere osservata comparando i dati sui beni confiscati. Su un totale di 28 beni confiscati nel 2008, la maggioranza (7) sono stati confiscati nella provincia di Lucca, 6 a Massa Carrara, 4 a Pistoia ed Arezzo, soltanto 3 a Firenze. Ultimi la provincia di Siena con 2 beni confiscati,  Pisa e Livorno con uno soltanto.

«Le organizzazioni criminali sembrano esercitare, nella nostra regione, una presenza silenziosa, concentrata soprattutto nel traffico di stupefacenti – ha detto recentemente il vicepresidente della Regione Toscana, Federico Gelli –  Finora, tranne sporadici tentativi, non sono emersi rapporti tra criminalità organizzata e sistema politico in grado di condizionare scelte e decisioni della politica. Questo è un punto di forza dell’intero sistema politico toscano. Le organizzazioni mafiose fanno fatica a consolidare e a radicare la loro presenza sul territorio».

«Sono cambiate molte cose dai tempi dei soggiornanti obbligati e dall’arrivo dei primi mafiosi – conclude la ricerca – Sono cambiati gli uomini, il tipo di affari criminali, droghe vendute, i canali di rifornimento, le capacità d’indagine, ecc. e in tempi di globalizzazione e di pesante crisi economica molte altre cose cambieranno ancora. Inevitabilmente. Per questo è bene ribadire che è stato descritto un fenomeno non ancora concluso, ma che è in pieno sviluppo ed evoluzione».

LA SCHEDA37,6%dei toscani è condizionatodal timore della criminalità10%non si sente sicuroper strada di giorno22%non è sicuro per strada di notte11,3%non si sente sicuro in casa14%ha qualcosa per difendersio chiedere aiuto59,9%chiede più forze dell’ordine2,2%ritiene utili le ronde1,1%chiede l’esercito in città25%ritiene utilela certezza delle pene14,4%chiede l’inasprimento delle pene