Toscana

Siena, Fondazione Mps: «fumata grigia» per Pizzetti, Paolucci polemico col Pd

Però, dopo un vorticoso giro di riunioni tra gli enti designanti (in primis Comune e Provincia), che si sono protratte ieri fino a tarda sera e poi anche stamani, la «quadra» sembra essere stata trovata. «La Deputazione Generale – si legge in una nota diffusa al termine da Palazzo Sansedoni – ha quasi definito la composizione dei vari organismi, ma esiste l’esigenza di una verifica su eventuali incompatibilità risultanti dai curricula presentati e solo oggi pervenuti». Parole formali che però trovano riscontro nelle dichiarazioni dei membri della Deputazione.

«É stata – ha spiegato Sergio Betti, uno dei quattro rappresentanti designati dal Comune – una riunione molto utile per affinare le proposte, ma c’era bisogno ancora di un pò di tempo. Il momento è tale che noi vorremmo ci fosse un voto all’unanimità e oggi l’unanimità non ci sarebbe stata anche se penso che per il presidente ci sarebbe stata la maggioranza. Ora siamo a un passo dalla conclusione». A chi gli chiedeva se sia l’ex Garante della Privacy il candidato più accreditato per la presidenza, Betti ha risposto che «è molto probabile che si arrivi lì, ma ci dobbiamo arrivare all’unanimità. Oggi sono state presentate due proposte: io ho fatto il nome di Pizzetti mentre il professor Antonio Paolucci ha fatto il nome di Roberto Barzanti. Per me Pizzetti rimane l’unico candidato, ha le professionalità e i rapporti adeguati. Ma vogliamo un voto unanime. Oggi penso che Pizzetti avrebbe potuto raggiungere la maggioranza necessaria di 11 voti, ma forse non ci sarebbe stata la maggioranza sui membri della Deputazione amministratrice e sarebbe stato sciocco dividersi». I prossimi giorni, dunque, dovrebbero servire per mettere a punto la lista dei quattro membri della Deputazione amministratrice (in campo ci sono 10-12 curricula) e poi lunedì dovrebbe arrivare la ‘fumata biancà.

Le polemiche tuttavia non mancano. A scatenarle sono state le parole del professor Antonio Paolucci, attuale direttore dei Musei vaticani dopo essere stato anche ministro per i Beni culturali, designato dalla Consulta per i beni culturali, che lasciando la seduta non ha risparmiato critiche al Pd. «Io – ha detto – vengo dal Vaticano, là hanno fatto il papa in quattro e quattro otto mentre qui a Siena in un mese non riescono a nominare il presidente di una Fondazione che non ha più un quattrino e a cui non restano più gli occhi per piangere. Misteri senesi. I cardinali si sono messi subito d’accordo e invece le varie anime del partito tribù non si sono messe d’accordo». Secca la replica del «collega» Vareno Cucini, designato dalla Consulta del volontariato, secondo cui l’ex ministro non ha «capito nulla» e «ha dimostrato di non volere bene a questa città».