Toscana

TERRA SANTA: CRISTIANO UCCISO A GAZA; PIZZABALLA (CUSTODE) «CLIMA PESANTE PER I CRISTIANI»

L’uccisione di Rami Khader Ayyad, cristiano legato all’organizzazione protestante Palestinian Bible society, scomparso il 6 ottobre e ritrovato ucciso ieri a Gaza, è da ricercarsi all’interno di “schegge fondamentaliste impazzite operanti nel caos che vige nella Striscia”. Lo ha dichiarato oggi al Sir mons. Fuad Twal, arcivescovo coadiutore del Patriarcato latino di Gerusalemme che “non crede ad una vera persecuzione contro i cristiani a Gaza”. “A Gaza al momento c’è un caos totale, un vuoto con molte fazioni che nessuno riesce a controllare e per questo siamo esposti ad attacchi di schegge impazzite. Non è una linea di Hamas che ha ben altri problemi da risolvere”. “Questa morte – ha aggiunto mons. Twal – è un evento molto triste per tutti. Nonostante tutto come cristiani continuiamo a lavorare per la pace, la giustizia, il dialogo e la convivenza in questa terra. E’ una scelta dalla quale non si può tornare indietro, anche se stiamo pagando un prezzo alto per la riconciliazione e il perdono. Dobbiamo ridare fiducia alla gente che non spera più”. Ayyad, da quanto si apprende aveva, in passato, ricevuto minacce e lo scorso aprile la libreria, l’unica cristiana a Gaza, di cui era direttore era stata messa a fuoco da un gruppo denominato “la Spada dell’Islam”.

“Il clima per i cristiani di Gaza si sta facendo pesante, anche se non si può parlare di ostilità diretta”. Commenta così al SIR, il custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa, l’uccisione di Rami Khader Ayyad. “Le autorità sono generalmente aperte e tolleranti – afferma il custode – ma non hanno il controllo dei movimenti, dei gruppi e di schegge impazzite che a volte vogliono essere più reali del re. Più che un clima politico mutato si tratta di schegge impazzite che vogliono accreditarsi agli occhi di strati della popolazione musulmana”. Padre Pizzaballa non crede “ad una persecuzione contro i cristiani come in Iraq, non ci sono collegamenti diretti” ma riconosce che “c’è un clima generale nel mondo mediorientale che si sta facendo comune. La motivazione di base è da ricercarsi nel tema politico: l’Islam non è solo una religione ma anche strumento di lotta e di unità e assimilare i cristiani all’Occidente è facile. In Oriente non si assiste alla separazione tra religione e politica come in Europa. Per questo – conclude – è inevitabile, se la situazione politica non migliorerà, che ci saranno purtroppo fatti di questo tipo. Un clima che rende la permanenza dei cristiani sempre più difficile in Terra Santa”.

Sir