Toscana

TERRA SANTA, PER LEADER RELIGIOSI IL MURO TRA ISRAELIANI E PALESTINESI E’ UN OSTACOLO ALLA PACE

“Mentre l’attuale ‘road map’ della pace può portare risultati positivi, crediamo invece che il muro di separazione (tra Israele e Palestina, ndr) costituisca un grave ostacolo. Per entrambe le nazioni la recinzione provocherà una sensazione di isolamento”. Lo scrivono i capi delle chiese di Gerusalemme, in una dichiarazione congiunta in cui per la prima volta prendono posizione contro la barriera di cemento e filo spinato, lunga 350 chilometri, che il governo israeliano sta costruendo con l’obiettivo di frenare le infiltrazioni di terroristi nel proprio territorio. Un’opera già contestata da molti a livello internazionale – di cui sono stati realizzati fino ad ora oltre 120 chilometri – che adesso viene duramente criticata anche dai leader religiosi di Gerusalemme. “Per molti palestinesi il muro significa una privazione di terre (il dieci per cento in più dell’occupazione del 1967), di mezzi di sostentamento, di sovranità e dei legami famigliari” si legge ancora nel documento, che aggiunge: “L’occupazione (da parte di Israele, ndr) resta la radice del conflitto e delle continue sofferenze della Terra Santa”.

La dichiarazione – sottoscritta dal patriarca latino, monsignor Michel Sabbah, da quello armeno ortodosso, Torkom II, dal custode di Terra Santa, padre Giovanni Battistelli, dagli arcivescovi ortodossi di rito copto, siriano ed etiope di Gerusalemme, dall’arcivescovo anglicano e luterano, dall’esarca greco-cattolico, dal vescovo cattolico siriano – esprime forte preoccupazione per la proposta di ‘recintare’ anche Betlemme “per noi cristiani è il luogo della nascita di Gesù Cristo, il principe della pace”.

“Le conseguenze – prosegue il testo – sarebbero devastanti per la comunità cristiana, oltre all’impatto psicologico che potrebbe avere sulla vita quotidiana. La comunità verrebbe isolata, provocando una limitazione dell’accesso alla terra e della libertà di movimento. Le visite dei pellegrini sarebbero scoraggiate”. Riaffermando la propria “determinazione a fare tutto ciò che è in loro potere per la pace in Terra Santa, per il benessere di tutti i residenti, siano essi israeliani o palestinesi”, i leader religiosi fanno appello “alle autorità delle due parti e a tutti i popoli del mondo che amano la pace” nello sforzo di fermare il progetto del muro, che costituisce “un impedimento a una pace duratura e globale”. (MISNA)