Toscana

TERREMOTO INDONESIA: NIAS; IN CERCA DI AIUTI TRA LE MACERIE, MEDICI USA CON MISSIONARIO ITALIANO

“Sono stato a fare un giro città meno di un’ora fa è davanti ai miei occhi si è aperto uno scenario devastante. Le case più grandi di Gunung Sitoli sono crollate, gli edifici a due o tre piani sono tutti venuti giù, ma anche la maggior parte delle casette tipiche (ad un piano) sono ormai ridotte ad un cumulo di macerie” così padre Raymond Laia, missionario cappuccino di origine indonesiana, ha descritto alla MISNA il quadro in cui versa il capoluogo dell’isola di Nias, una delle zone più colpite dal terremoto che ieri ha scosso i fondali dell’Oceano Indiano a largo delle coste di Sumatra. “Sono tornato davanti alla Chiesa e ho visto che i cadaveri messi in fila sono aumentati, ne ho contati 48 ma mi dicono che ce ne sono altri. Non me la sento di dare alcuna cifra esatta sul bilancio delle vittime se non quelli che ho visto con i miei occhi, però ormai tra la gente circolano stime attendibili che parlano di oltre un migliaio di persone” ha detto alla MISNA il missionario.

“In alcune zone della città ho visto ruspe entrare in azione per ripulire le macerie, in altre ho visto persone che rovistavano tra le rovine alla ricerca di oggetti o di qualche parente” ha spiegato ancora padre Laia alla MISNA. Intanto secondo le informazioni raccolte dalle fonti presenti nel capoluogo di Nias, sull’isola sono arrivate alcune squadre di soccorso.

“I primi aiuti li ho visti arrivare questa mattina. C’erano anche medici americani – ha detto il missionario cappuccino – forse del Crs (Catholic Relief Service, l’agenzia umanitaria della Chiesa cattolica statunitense)”. “Servono aiuti. Spero che la comunità internazionale e il governo indonesiano riescano quanto prima a mandare materiali, medicine e personale sanitario per prestare soccorso alla popolazione. Noi stamattina ci siamo attivati per raccogliere e comprare dove possibile scorte alimentari in modo da garantire la cena alle molte persone che hanno cercato riparo nelle nostre strutture e a chi è rimasto per strada. Abbiamo comprato del riso, del condimento e siamo riusciti a racimolare delle tende. Servirebbero più tende” sottolinea alla MISNA padre Laia.

“La maggior parte della gente di Gunung Sitoli passerà una seconda notte all’addiaccio” aggiunge. I medici americani arrivati stamani sull’isola e le suore clarissiane di Gunung Sitoli intanto si stanno prendendo cura di padre Barnabas Winkler, il missionario italiano rimasto ferito ieri in seguito al terremoto. “Volevamo trasportarlo stamattina a Medan, principale città dell’isola di Sumatra, ma i medici ci hanno detto di non muoverlo ancora. A prendersi cura di lui, comunque, ci stanno pensando le suore e i medici americani” ha aggiunto padre Laia. Raggiunto telefonicamente dalla MISNA, anche l’arcivescovo di Medan, monsignor Anacletus Sinaga, ha confermato che un eventuale trasferimento del missionario italiano potrebbe avvenire non prima di domani con un elicottero che dovrebbe trasportarlo all’ospedale Saint Elizabeth di Medan. In base alle informazioni fornite alla MISNA dal presule, padre Barnabas avrebbe riportato ferite a una gamba e alla testa. Il missionario stava dormendo al terzo piano della sua abitazione, quando il sisma ha fatto crollare l’edificio.

Intanto fonti umanitarie contattate dalla MISNA in Indonesia e in Italia fanno sapere che a causa di intoppi burocratici (relativi ai permessi governativi per il decollo e i piani di volo di aerei ed elicotteri) molte organizzazioni non governative e agenzie umanitarie internazionali non riescono a raggiungere l’isola di Nias per prestare soccorso alla popolazione. (Misna)