Toscana

TUMORI IN TOSCANA: SCREENING IN AUMENTO, SI MUORE DI MENO CANCRO A MAMMELLA RIDOTTO DEL 20% IN ULTIMI 12 ANNI

Cresce in Toscana l’estensione e la partecipazione agli screening pubblici per i tumori alla mammella, all’utero e al colon-retto. E, nel contempo, anche grazie alla diagnosi precoce, di tumore si muore meno e si guarisce di più, o si vive più a lungo. È il bilancio tracciato nel quinto rapporto annuale sui programmi di screening della Regione Toscana, illustrato oggi dall’assessore per il Diritto alla salute Enrico Rossi. La Toscana, tra l’altro, è per ora la prima regione italiana ad aver realizzato un programma di screening, che sarà potenziato nel prossimo triennio, per la diagnosi del tumore al colon-retto, anticipando di fatto gli effetti della direttiva europea che dovrà essere presto applicata in tutta Italia.

La Regione, attraverso le sue strutture territoriali e con il coordinamento del Centro per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (CSPO) e l’Istituto Toscana Tumori, invia ai cittadini che rientrano nelle fasce di età a rischio una lettera nella quale li invitano a sottoporsi all’esame diagnostico necessario (pap-test per il tumore all’utero e mammografia per il seno). «L’appuntamento – ha specificato oggi Marco Rosselli Del Turco, direttore del CSPO – è fuori lista di attesa e quindi il paziente non deve aspettare, e può essere modificato a seconda delle sue esigenze”.

Nel 2003, l’estensione dello screening mammografico – ovvero il numero di donne della fascia a rischio raggiunto dal servizio pubblico – è stata dell’85% (nel 2002 era stata dell’81,4%). Si è registrata – tra le 210.000 donne tra i 50 e i 69 anni invitate a sottoporsi all’esame – un’adesione del 66% con circa 550 tumori alla mammella accertati. Negli ultimi 12 anni la mortalità di questo tipo di tumore si è ridotta del 20%.

La mappa dei cittadini raggiunti in Toscana è a macchia di leopardo: a Firenze, Empoli, Pisa, Livorno, Grosseto, Prato e Lucca l’estensione è aumentata, mentre a Massa Carrara, Pistoia, Siena, Arezzo, Versilia è invece diminuita. Per lo screening citologico per i tumori alla cervice uterina sono state invitate 254.000 donne, l’83% del target, tra i 25 e i 64 anni. Ha risposto all’invito il 42%. «Ma – ha precisato il professor Gianni Amunni, direttore operativo dell’ITT – abbiamo indicazioni che il numero di donne che si sottopone all’esame, presso i ginegoloci privati, sia più alto. Sarà comunque importante che anche questi dati in futuro affluiscano alle strutture pubbliche per avere un quadro più chiaro della situazione”.

Da 1990 ad oggi il numero di tumori alla cervice uterina s’è dimezzato. L’indagine per il tumore al colon-retto è invece riservata alla popolazione maschile e femminile compresa tra i 50 e i 69 anni. Nel corso del 2003 in Toscana sono state invitate all’esame 195.000 persone, con una copertura del 40% del target e un’ adesione del 49% tra i cittadini coinvolti dal servizio pubblico. Anche per queste neoplasie, comunque, si sta registrando in Toscana una progressiva riduzione della mortalità, pari a circa il 15% negli ultimi 15 anni.

«Gli obbiettivi raggiunti sono significativi – ha sottolineato l’assessore Rossi -, ma intendiamo fare di più: nel prossimo triennio il nuovo piano sanitario prevede una piena estensione degli screening con l’obbiettivo di raggiungere una copertura della popolazione target pari al 100%”. Per quanto riguarda l’adesione, gli obbiettivi sono l’80% per lo screening mammografico, il 70% per il colon-retto e il 60% per l’esame citologico. Le risorse disponibili per questo programma di prevenzione – ha specificato l’assessore – saranno per il triennio di 20 milioni di euro, il doppio di quelle stanziate nei tre anni precedenti. (ANSA).