Toscana

TURCHIA IN UE, DOCUMENTO DELLE CHIESE EUROPEE (KEK): QUESTIONE DI VALORI, NON DI RELIGIONE

Le perplessità sull’entrata della Turchia nell’Unione Europea non sono relative alla diversità religiosa, anzi da questo punto di vita il Paese può diventare “un ponte tra mondo musulmano e cristiano”. Si registrano invece delle limitazioni di libertà e oppressioni delle minoranze che gettano un’ombra sulla possibilità che la Turchia possa far parte dell’Unione europea. È, in estrema sintesi, la conclusione a cui arrivano le Chiese cristiane d’Europa in un documento pubblicato ieri dalla Commissione “Chiesa e società” della Kek, l’organismo che riunisce 125 chiese della tradizione ortodossa, protestante e anglicana. Il comunicato è il frutto di un’ampia consultazione avviata in febbraio dalla Kek che ha chiesto alle chiese e alle comunità di riflettere sulla base di una “Discussion paper”. “Per le Chiese in Europa – si legge nelle conclusioni – la questione delle differenze religiose non è un ostacolo per continuare a migliorare il rapporto tra Turchia e Ue e procedere ad un’eventuale entrata del paese nell’Unione”. Anzi, il fatto che la Turchia possa diventare membro dell’Ue “può avere potenzialmente dei buoni effetti per uno sviluppo positivo tra religioni e culture in Europa e diventare addirittura un ponte tra il mondo cristiano e musulmano”. Ma l’Unione Europea – fanno notare le Chiese – è anche “una comunità di Stati e nazioni fondata sui valori di giustizia e pace, solidarietà e pluralismo, riconciliazione e tolleranza, libertà di parola e rispetto reciproco” e “al momento attuale non vediamo che in Turchia ci sia la stessa espressione di questi valori”. Le Chiese citano a questo proposito rapporti relativi “alle torture nelle prigioni” e ai fenomeni di “oppressioni contro le minoranze”, in particolare contro la minoranza armena. “Nonostante le molte promesse delle autorità turche – aggiunge la Kek – le comunità cristiane nel paese hanno ancora molti problemi in termini di riconoscimento legale, diritti di proprietà e libertà di educazione”. Il documento delle chiese europee si conclude chiedendo all’Ue di avviare un confronto ad ampio raggio su questo argomento e sull’identità dell’Europa comunitaria. “Le chiese europee sono pronte a fare la loro parte in questo dibattito”. Sir

Il testo del documento (ingl. formato .pdf)