Toscana

Toscana: il 6-7 ottobre referendum in 19 comuni per fondersi

L’assessore sarà ad Aulla attorno alle 10.30. Ogni Comune che si fonde può contare oggi in Toscana su 250 mila euro l’anno per cinque anni di maggiori contributi regionali, fino ad un massimo di un milione di euro per fusione. A questi si aggiungono i finanziamenti dello Stato, che variano a seconda della popolazione e sono il 20 per cento, per dieci anni, dei trasferimenti erariali che gli stessi Comuni potevano vantare nel 2010. I Comuni che si fondono sono anche esentati per 3 anni dal rispetto del tetto del patto di stabilità e in questo modo possono far ripartire gli investimenti da troppo tempo fermi.

Diciannove Comuni alle urne – Nel corso dell’ultimo anno diverse sono state le richieste di fusione arrivate in Regione: quasi sempre da parte dei consigli comunali, in un paio di casi da comitati spontanei. Il 6 e 7 ottobre, assieme ad Aulla e Podenzana, saranno così chiamati alle urne, per dire la loro, anche i cittadini di altri diciassette comuni. Si svolgeranno infatti referendum consultivi, questi come i precedenti tutti organizzati dagli uffici della Regione Toscana, anche a Borgo a Mozzano e Pescaglia, a Pratovecchio e Stia, a Capannoli, Palaia e Peccioli, a Crespina e Lorenzana, a Villafranca in Lunigiana e Bagnone, a Casciana Terme e Lari, a Campiglia Marittima e Suvereto, a San Piero a Sieve e Scarperia.

Fusione già decisa per otto comuni – Sei referendum nel frattempo ci sono già stati. Quattro volte hanno vinto i sì: è il caso di Fabbriche di Vallico e Vergemoli, di Figline Valdarno e Incisa Valdarno, di Castelfranco di Sopra e Pian di Scò, dove si è votato il 21 e 22 aprile scorsi, e di Castel San Niccolò e Montemignaio, dove alle urne i cittadini sono stati chiamati il 16 giugno. Il prossimo anno eleggeranno i nuovi sindaci e consigli comunali. E cambierà la geografia toscana: non più 287 comuni ma 283 (e in futuro magari ancora meno). Hanno prevalso invece i ‘no’ in Casentino (6 e 7 maggio) e all’isola d’Elba (21 e 22 aprile), dove la fusione riguardava ben più di due comuni.