Toscana

Toscana: lavoro sicuro, nessuna flessione nei controlli dopo il 2017

Il presidente della Toscana Enrico Rossi ci stava pensando da tempo ed oggi pomeriggio la giunta regionale ha approvato una delibera, che porta la firma del presidente e dell’assessora alla sanità Saccardi, che affida all’Asl Centro l’incarico di bandire un concorso per assumere a tempo indeterminato i tecnici necessari. I settantaquattro operatori che hanno iniziato a lavorare nel 2014, quando il piano è stato varato, hanno infatti un contratto di tre anni che nel 2017 scadrà.

“L’integrazione fondata su regole uguali per tutti ha bisogno di una presenza costante sul territorio. Per questo abbiamo deciso di mantenere e consolidare questo progetto, che si avvale della collaborazione delle procure e aziende sanitarie” spiega Rossi.

Con la stessa delibera la Regione mette a disposizione dell’Asl Centro anche 150 mila euro, ripartiti in tre anni dal 2016 al 2018, per una mirata campagna di comunicazione che aiuti la diffusione di buone pratiche nelle aziende del distretto cinese, la quasi totalità delle 7.700 a rischio che si è deciso in tre anni di controllare tra Prato, Firenze, Empoli e Pistoia.

Tutto era nato dopo il 1 dicembre 2013, quando a Prato sette operai cinesi morirono nel rogo della fabbrica dove lavoravano ma anche vivevano e dormivano. Partono il bando e la selezione, prima dell’estate vengono assunti dalle Asl i tecnici e a settembre cominciano le prime ispezioni, per ristabilire condizioni di sicurezza nelle aziende ma anche contrastare quell’illegalità diffusa che alimenta un’economia sommersa e un nero che si stimava valesse allora un miliardo di euro l’anno. A febbraio 2016, un mese fa, di imprese ne sono state già verificate 4.935, il 64,1% di quelle programmate e 2.564 solo a Prato.

Certo sono ancora tante le aziende che al primo controllo non risultano in regola. Ma crescono anche quelle che sono a posto, naturalmente solo per i profili di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro: il 45,4% nei controlli di tutta l’area, sedici punti in meno a Prato. “E sono più di quante erano all’inizio – dice Rossi – , il che è una buona notizia. Inoltre crescono quelle che si mettono in regola dopo le ispezioni, che pagano le multe, ottemperano alle prescrizioni e non scompaiono nel nulla”. Otto su dieci la media, a Prato (83,8%) come in tutta l’area (84%), aggiornata ad ottobre 2015.

“Questo primo anno e mezzo ci ha rafforzato in una convinzione – conclude Rossi – : non sono le iniziative clamorose ma il lavoro ripetuto giorno dopo giorno che paga. E dunque occorre continuare a lavorare”.