Toscana

Tramvia Firenze, dal referendum esce un «pareggio»

Solo quattro fiorentini su dieci hanno votato domenica 17 febbraio al referendum consultivo sulle linee 2 e 3 della tramvia. I sì sulle due schede hanno prevalso di misura, specie sul primo quesito, relativo alla linea Careggi-Viale Europa (51,87%). Poco più ampio il margine sul secondo (53,84%), quello sulla linea che prevedeva il contestatissimo attraversamento di piazza del Duomo (linea Peretola-Piazza della Libertà). Quasi insignificanti i voti nulli o bianchi, a riprova di una spaccatura quasi a metà dei fiorentini. Almeno di quelli che si sono presentati ai seggi. Un risultato che lascia la questione allo stesso punto di prima: a termini di regolamento, non essendo stato raggiunto il 50% dei votanti, l’amministrazione non è tenuta a discutere del progetto delle due linee. D’altra parte la leggera vittoria dei contrari (il “sì” infatti era l’assenso a bloccare le delibere riguardanti le due linee), segnala che nella città è presente un certo malumore, forse causato anche dai disagi per i lavori dlela linea 1, da Scandicci a piazza della Stazione, che avrebbe già dovuto essere in esercizio da un paio di mesi e che invece lo sarà solo nella primavera del 2009.

Mario Razzanelli, capogruppo Udc in Consiglio comunale e promotore del referendum ha atteso i risultati al caffé delle Giubbe Rosse assieme ad alcuni dirigenti del partito e ad una ventina di rappresentanti dei comitati e di Italia Nostra. “Credo che sia la vittoria della città contro la prepotenza, l’arroganza e le falsità dette in questi giorni da questa amministrazione che ha trasformato un confronto su un progetto per il futuro della città in una battaglia elettorale”. Razzanelli ha quindi ricordato che dai partiti del centro sinistra i promotori del referendum sono stati bollati come fascisti ed hezbollah”. Per lui, invece, queste consultazioni sono servite a “riavvicinare i fiorentini alla politica e anche l’affluenza – ha concluso – è superiore ad ogni aspettativa e ad ogni previsione”.

Lettura diametralmente opposta per il vicesindaco di Firenze Giuseppe Matulli: “Sei fiorentini su 10 non sono andati a votare e solo due su 10 sono contrari alla tramvia: non mi sembra un grande risultato per i promotori del referendum per il quale, lo ricordo, si è speso un milione e 200 mila euro”. Per Matulli “il referendum si è svolto in una fase delicata, con i cantieri già aperti, e quindi era inevitabile che le persone avvertissero più disagi”, ma la campagna referendaria è stata “una caterva di bugie” e il promotore del referendum Mario Razzanelli, “ha detto la verità solo quando ha dichiarato il suo nome e la data del voto”. “Se avessimo avuto il 50% dei votanti – ha concluso – la questione sarebbe stata discussa, come da regolamento comunale, in consiglio comunale in maniera formale entro 30 giorni. Dato che non è stato così, l’amministrazione continuerà ad affrontare l’argomento tramvia nelle normali sedute, quando se ne presenterà l’occasione”.

Di “sostanziale pareggio” parla anche l’assessore comunale all’urbanistica Gianni Biagi, per il quale “la città ha espresso chiaramente il suo punto di vista non andando a votare in percentuale significativa, e dal voto non emergono grandi novità, dato che al momento, con i cantieri già avviati, sono evidenti soprattutto i disagi dell’opera che non piuttosto i suoi vantaggi”. “Invece nel quartiere 4 – ha continuato -, dove i lavori sono in fase più avanzata, si è votato a favore della tramvia in maniera significativa”.

Per detto Sergio Gatteschi del Comitato a favore della tramvia, “quando la prima linea sarà finita e verranno smascherate tutte le bugie con cui si è cercato di terrorizzare i fiorentini in campagna referendaria, allora i cittadini capiranno”. “Il dato non è certo una vittoria – ammette – ma è comunque confortante che solo il 20% dei fiorentini sia contro la tramvia. Con tutto quello che ha speso il promotore del referendum, con l’ ‘assalto’ che ha subito la città, mi sarei aspettato un maggiore afflusso alle urne”.

L’uomo dei referendum sulla tramvia (ma già nel 2001 aveva portato i fiorentini al voto su un centro commerciale) si gode ora i risultati della consultazione, ma guarda al futuro. Per ora conferma di voler pensare solo alla città e alla tramvia perché “la battaglia comincia ora e dobbiamo fermare questo scempio”. Però non esclude che nel suo futuro possano esserci anche altre strade: “potrei giocare un ruolo nelle prossime elezioni politiche”. Iscritto all’Udc dal 1999, Razzanelli, 63 anni, sposato, con un figlio, imprenditore del settore tessile, stasera conferma di aspettarsi una telefonata da Pierferdinando Casini, “o comunque da qualche dirigente del partito” perché “oggi, dopo questa battaglia per la città, sono consapevole – spiega – di essere una persona che ha valenza anche in termini di consenso”. Esclude, invece, di pensare alla poltrona di sindaco di Firenze: “le elezioni – spiega – sono tra più di un anno ed è sbagliato ipotizzare un candidato a sindaco prima delle politiche di aprile”.

Disomogeneo il risultato nei diversi quartieri: i ‘si” ai quesiti, e quindi i ‘no’ all’opera, sono stati più numerosi nei quartieri 1 (centro storico), 2 (Campo di Marte) e 5 (Rifredi), mentre nel quartieri 4 (Isolotto Legnaia) hanno prevalso i favorevoli. Sul filo di lana i risultati del quartiere 3 (Gavinana Galluzzo). Il referendum, che chiedeva un parere sull’abrogazione di alcune delibere comunali che davano avvio alle linee 2 e 3 dell’opera infrastrutturale, è stato meramente consultivo e, a norma di regolamento e statuto comunale, il consiglio comunale non è obbligato a discuterne formalmente, non essendo stato superato il 50% dei votanti.Gentile: tavolo mobilità e modifica statuto referendumSul Referendum, oggi abbiamo ascoltato reazioni di segno opposto, tutte inneggianti alla vittoria: alla politica i commenti che ritiene opportuni; ciò che le imprese chiedono con decisione è che ora si vada avanti con quel complesso programma di modernizzazione del territorio che non può aspettare oltre”. Lo ha dichiarato in una nota il presidente di Confindustria Firenze Giovanni Gentile. “Ma andrà anche modificato senza indugio – ha proseguito – lo Statuto del Comune capoluogo, laddove prevede di sottoporre a Referendum consultivo deliberazioni assunte da anni; è impensabile che il Referendum, da necessario meccanismo di partecipazione dei cittadini, finisca per tenere in ostaggio l’attività passata e futura dell’amministrazione. Per garantire ai fiorentini una partecipazione vera, bisogna che i referendum si facciano prima, non dopo le decisioni”. “Si dovrà accelerare – ha proseguito – l’agenda delle priorità infrastrutturali ormai urgenti per evitare che la città finisca stritolata nella morsa di una viabilità non governata: lungi dall’arroccarsi nelle reciproche posizioni, occorre che la politica porti avanti senza indugio un grande progetto di opere pubbliche per migliorare la mobilità di tutta la nostra area. Per questo rilanciamo la proposta – che Confindustria Firenze aveva già avanzato prima del Referendum – di istituire da subito un Tavolo per la mobilità, aperto a tutti gli stakeholders, che sia la sede operativa di lavoro su un programma integrato della mobilità; il suo obiettivo dovrà essere quello di migliorare i progetti e la relativa tempistica, e informarne adeguatamente i cittadini”.

Quesito 1: Linea Careggi-Viale Europa

VOTANTI

SI

NO

Quartiere 1

36,52

54,29

45,71

Quartiere 2

42,2

54,72

45,28

Quartiere 3

41,92

49,26

50,74

Quartiere 4

36,38

42,94

57,06

Quartiere 5

39,67

54,2

45,8

TOTALE

39,35

51,87

48,13

Quesito 2: Linea Peretola-P.za Libertà

VOTANTI

SI

NO

Quartiere 1

36,52

57,38

42,62

Quartiere 2

42,2

52,06

42,94

Quartiere 3

41,92

50,46

49,54

Quartiere 4

36,38

45,63

54,37

Quartiere 5

39,67

55,06

44,94

TOTALE

39,35

53,84

46,16