Toscana

Trasporto locale, rigettato il ricorso che chiedeva di ripetere la gara regionale

La richiesta dei nuovi Piani economici finanziari (Pef) ad Autolinee Toscane e a Mobit, le due società in corsa per l’assegnazione per 11 anni del servizio di trasporto pubblico locale è in linea con la sentenza del Tar del 28 ottobre 2016. A dirlo è il dispositivo di sentenza emesso dal Tribunale amministrativo regionale presieduto da Armando Pozzi, che ha respinto il ricorso di Mobit, condannando il raggruppamento di imprese a rifondere per intere le spese processuali, pari a 5 mila euro. Nell’ottobre dell’anno scorso, i giudici amministrativi avevano annullato l’aggiudicazione definitiva del servizio ad Autolinee, la società del gruppo francese Ratp. Sulla traccia di quella prescrizione, l’avvocatura della Giunta regionale aveva dato indicazione di procedere chiedendo di ripetere non l’intero bando, ma solo la fase di presentazione dei piani economici finanzari, a causa dell’insostenibilità rilevata da alcuni indici degli investimenti che ciascun concorrente prometteva di intraprendere. Una scelta, quella di palazzo Strozzi Sacrati, che a questo punto trova conferma da parte delle stesse toghe amministrative.

Sulla gara regionale per l’assegnazione del trasporto pubblico urbano della Toscana «siamo indietro almeno di due anni e questo per il Comune di Firenze è un problema, perché toccherà a noi ridisegnare il servizio». Tradotto, metterci una pezza. Lo sottolinea l’assessore comunale alla Mobilità, Stefano Giorgetti, nel giorno in cui il Tar toscano ha respinto il ricorso di Mobit. Il punto dolente, spiega l’assessore, ruota attorno alla messa in esercizio delle due nuove linee del tram, la 2 e la 3. Che per Firenze rappresentano la vera rivoluzione della mobilità, il perno strutturato su tre linee attorno al quale far ruotare gli asset del trasporto pubblico. Soprattutto quello su gomma, gli autobus. Ma in attesa anche del pronunciamento della Corte di giustizia europea, chiamata in causa dal consiglio di Stato, la gara resta con il motore in panne. E Palazzo Vecchio mugugna. Il vincitore, infatti, «avrebbe dovuto riprogettare tutte le linee del trasporto pubblico in vista dell’entrata in funzione delle due nuove linee. Ora però, visto che la gara è ferma al palo, per non farci trovare impreparati lo dovremmo fare noi», ovvero il Comune e la Città metropolitana.