Toscana

UGANDA, TUMULATA A LUANDA PEDIATRA ITALIANA DECEDUTA PER EPIDEMIA FEBBRE EMORRAGICA

È stata seppellita in un cimitero della capitale Luanda, secondo le sue ultime volontà, la pediatra italiana Maria Bonino, 51 anni, deceduta giovedì a causa della febbre emorragica che ha già provocato 118 vittime (ultimo bilancio delle autorità sanitarie angolane) nella provincia nord-orientale di Uige, dove la dottoressa lavorava da due anni per l’organizzazione non governativa ‘Cuamm (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari) – Medici per l’Africa’ di Padova. Lo ha detto alla MISNA Anna Talami, della direzione del Cuamm. “È stata una sua scelta: la dottoressa Bonino aveva chiesto di essere tumulata in Africa, il continente al quale si è dedicata per molti anni”.

Prima di arrivare in Angola, aveva lavorato in Burkina Faso, Tanzania e Uganda; avrebbe dovuto partire presto per l’Etiopia. Ieri al breve momento di preghiera – alla presenza del nunzio apostolico in Angola, monsignor Giovanni Angelo Becciu – hanno partecipato i volontari del Cuamm presenti a Luanda, tra cui otto provenienti dalla zona del contagio, rientrati per precauzione nella capitale. “Confermo che sette tra medici e infermieri sono rimasti nella provincia di Uige: non stiamo scappando dall’area dell’epidemia” aggiunge la dottoressa Talami, che poco fa ha avuto l’ultimo contatto telefonico con i suoi colleghi nel nord dell’Angola. “Mi hanno detto che la situazione resta preoccupante, anche perché la gente inizia ad avere paura di recarsi all’ospedale nel timore di contrarre il morbo”.

L’epidemia di una febbre emorragica letale è provocata dal virus di Marburg”, simile al più tristemente noto ‘Ebola’. “Il tasso di mortalità conosciuto di questo virus è del 25-35%. Ma non si era mai verificata un’epidemia con oltre 100 morti” dice ancora alla MISNA la dottoressa Talami. “Il vero problema è che non siamo in grado di effettuare un’indagine epidemiologica: da noi nell’ospedale provinciale di Uige arrivano solo i casi gravi o disperati”. L’interrogativo – ancora senza risposta – riguarda la diffusione tra la popolazione: quanto è esteso il contagio tra i villaggi di questa provincia dell’Angola, poverissima come il resto del Paese? “I dubbi potranno essere chiariti soltanto da un’indagine dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms)” risponde la responsabile del Cuamm.

Fino a poche ore fa, a Uige non si sono visti i tanti auspicati “rinforzi sanitari” chiesti dalle autorità locali: solo un’ambulanza inviata dal governo di Luanda. “Però c’è bisogno di ben altro” insiste Talami, ricordando la necessità di adeguati strumenti per gli operatori sanitari italiani e locali, che hanno già pagato un caro tributo in termine di vite umane. “Stamani è morta un’altra infermiera” aggiunge Talami, precisando che il bilancio sale a sei vittime tra il personale medico e paramedico: quattro infermieri locali, la pediatra italiana e un altro dottore asiatico (probabilmente coreano). “In questa situazione così difficile e delicata – conclude l’interlocutrice – risuonano ancora più forti le parole di Maria Bonino, che non esitava a indignarsi per le sofferenze cui sono condannati tanti innocenti in questi Paesi poveri. In uno dei suoi ultimi messaggi ci ha scritto: ‘A volte sembra un incubo: pianti, gemiti, urla di genitori disperati. È umanamente impossibile dare un senso a questo dolore. L’unico modo è fidarsi che ci sia’”. (Misna)