Toscana

Università di Firenze stanga «ricchi», esenzione fino a 15 mila euro

Il consiglio d’amministrazione dell’università di Firenze ha approvato oggi all’unanimità la parte 13 del manifesto degli studi per l’anno accademico 2017-2018. È il capitolo che riguarda la contribuzione, e che segna il mantenimento di 72 fasce di tassazione con una stangata per i redditi alti.

La novità riguarda l’introduzione di un premio di produttività, per chi consegue almeno 10 crediti formativi durante il primo anno e 25 a partire dal secondo anno di iscrizione. Inoltre, il sistema si caratterizza per delle penalizzazioni del 5% per gli studenti non regolari che hanno un indice Isee superiore ai 50 mila euro annui.

L’università ha recepito la legge di stabilità 2016 che ha stabilito un’esenzione completa dal contributo di iscrizione per i redditi sino a 13 mila euro per gli studenti in pari col percorso universitario, portando questa soglia a 15 mila euro per gli studenti attivi. Gli studenti attivi, ma fuori corso pagheranno 200 euro, chi non dà esami invece dovrà sborsare 220 euro. La irregolarità accademica, ad ogni modo, verrà sanzionata con flessibilità. In effetti, l’università di Firenze riconosce come fuori corso solo chi si trova al secondo anno di ritardo rispetto alla conclusione del ciclo di laurea. Inoltre, la mediazione raggiunta consente agli studenti non attivi di pagare lo stesso importo dell’anno scorso fino a 30 mila euro, mentre quelli regolari e attivi pagheranno meno rispetto al 2016-2017. Chirurgiche nel piano stipulato dall’università sono sia l’applicazione delle agevolazioni economiche verso i regolari che l’attuazione delle maggiorazioni per chi si è spinto oltre la durata normale dei corsi.

Da 30 mila a 50 mila euro il bonus è del 10%, scende all’8% dai 50 ai 70 mila euro, al 6% dai 70 ai 90 mila euro di reddito Isee, e viene compresso al 4% oltre i 90 mila euro. La sovrattassa, a sua volta, viene prevista al 5% per la fascia Isee fra i 50 e i 70 mila euro, al 10% fra i 70 e i 90 mila euro, al 15% oltre i 90 mila euro. A conti fatti, le due misure si potranno compensare: i circa 8 mila studenti fuori corso, se si troveranno in una fascia di reddito superiore ai 30 mila euro, se penalizzati per l’irregolarità del loro percorso potranno avere un sollievo dando esami grazie al premio. Il contributo omnicomprensivo, che include anche la tassa regionale il cui gettito non entra nella disponibilità di piazza San Marco, inoltre, inizierà a salire effettivamente soltanto a partire dai 34 mila euro, salendo progressivamente per i redditi più elevati: solo dai 63 mila euro in su l’aggravio oltrepasserà i 100 euro, per sfondare il tetto dei 300 euro di inasprimento a partire dai 93 mila euro.

«Sono molto soddisfatto. Ha prevalso il modello che abbiamo proposto che fa dell’equità fiscale il suo punto di riferimento, mantenendo 72 fasce». Lo afferma il rettore dell’università di Firenze, Luigi Dei durante una conferenza stampa. «Sono il sistema più equo in assoluto in tutta Italia, continueremo ad avere verosimilmente la tassa media più bassa fra i grandi atenei e la tassa più alta l’avremo posizionata circa a metà- sostiene-. Credo che abbiamo operato nel proteggere le categorie meno abbienti, e al contempo facendo valere un principio che è il cosiddetto dell’equità, della capacità contributiva». Per raggiungere l’obiettivo del gettito, assicura, «graveremo soprattutto sulle fasce di reddito più alte». C’è, inoltre, «un bel segnale, perché per la prima volta abbiamo inserito un premio di produttività per gli studenti e una sovrattassa per chi non concluderà entro un anno gli studi, i cosiddetti non regolari». Un ateneo che mantiene «le tasse molto basse, e che chiude con un consuntivo in utile forse è un esempio anche come Stato sovranazionale, che fa pagare poche tasse e che non ha problemi di bilancio». Dal 2018-2019, inoltre, l’ambizione è di affinare ulteriormente il sistema di contribuzione: «La prospettiva- fa sapere- è di arrivare a un algoritmo continuo, grazie al quale ciascun studente pagherà una cifra differente. Abbiamo anche in mente un simulatore, mediante il quale gli universitari inseriranno il proprio Isee e sapranno immediatamente quando verranno a pagare».