Toscana

#fermailbullismo: la campagna di Radio Toscana contro un fenomeno allarmante

Per l’intero anno ogni forma di comunicazione dell’emittente regionale sarà dedicata a sensibilizzare su un fenomeno dilagante, dalle conseguenze spesso gravi, che non riguarda solo il mondo giovanile e che deve essere contrastato con l’impegno di tutti. I numeri non possono lasciare indifferenti: secondo una recente indagine in Italia un adolescente su cinque è vittima fisicamente di bullismo, in quasi l’80% dei casi a scuola, mentre uno su dieci lo subisce online e sui social network. Solo 1 bambino su 5, però, informa un adulto di esserne vittima.La campagna si inserisce pienamente nell’attenzione al sociale che da sempre caratterizza Radio Toscana, emittente radicata sul territorio che vanta l’apprezzamento delle istituzioni e delle forze dell’ordine con cui collabora da tempo su altri temi (contrasto all’uso di alcol, sicurezza stradale, contrasto al cyberbullismo ecc).Il bullismo è sempre più diffuso sin nella più giovane età, assume varie forme e le azioni compiute sono preoccupanti e pericolose. È un fenomeno che non deve essere sottovalutato, ma affrontato da tutti per la sua gravità in modo deciso ed efficace.Per questo l’hashtag scelto da Radio Toscana per la campagna è #fermailbullismo. Si tratta di un’assunzione di impegno e allo stesso tempo di un invito a non essere spettatori, ma ad intervenire con una reazione forte, importante e determinata. Occorre agire, mettere allo scoperto il bullismo che gli americani definiscono «un’epidemia silenziosa», che Internet ha reso ancora più diffusa, ma meno evidente.La campagna parte dalla Toscana ma sarà diffusa a livello nazionale ed è rivolta a tutti: ragazzi, genitori, insegnanti, istituzioni e media. Obiettivo: sensibilizzare sul tema, educare i ragazzi a prevenire, riconoscere e denunciare il bullismo. In questo saranno coinvolti testimonial nazionali e internazionali, ma anche cittadini di ogni età perché tutti si sentano responsabilizzati.Il messaggio della campagna #fermailbullismo sarà diffuso in ogni forma e con ogni mezzo da Radio Toscana, strumento di comunicazione per eccellenza, vicino ai giovani, attraverso messaggi, spot e spazi in diretta dedicati al tema, utilizzo dei social ecc. A questo impegno si affiancheranno nel corso dell’anno tutta una serie di attività promosse per rendere la campagna il più virale possibile: realizzazione di magliette e gadget, iniziative nelle scuole, incontri, flash mob, presenza e promozione di eventi nei luoghi frequentati dai ragazzi (concerti, locali, teatri, campi sportivi ecc). Quello del bullismo è un fenomeno più grave di quanto si pensi: in Toscana il 20% delle ragazze e il 17% dei ragazzi dichiara di aver subito episodi di bullismo. Sono i dati forniti dall’assessore all’istruzione della Regione Toscana, Cristina Grieco, durante la presentazione della campagna di Radio Toscana #fermailbullismo. A rendere più preoccupante questi numeri, ha aggiunto, «c’è il contorno dell’indifferenza che riguarda anche i genitori e c’è l’uso dei social che amplifica tutto, con frasi che arrivano all’istigazione al suicidio».La campagna, ha spiegato la direttrice di Radio Toscana Sabina Ferioli, prevede spot e trasmissioni, messaggi  virali sui social,  incontri nelle scuole: «Non faremo sconti ai ragazzi nel dire loro quando sbagliano, e nel fargli notare che alcuni loro comportamenti possono configurare veri e propri reati. Ma daremo anche messaggi positivi, perché il bullismo e la violenza si combattono sostituendoli con altri valori».«Non si tratta – ha sottolineato l’assessore all’istruzione del Comune di Firenze, Cristina Giachi – di cercare a tutti i costi il cattivo per additarlo. Si tratta di combattere quel maltrattamento strisciante, diffuso e spesso accettato che c’è in molti ambienti, su cui poi si innescano gli episodi gravi che finiscono sui giornali».Alla presentazione della campagna anche don Alessandro Lombardi, incaricato per la pastorale giovanile della diocesi di Firenze, che ha voluto sottolineare l’attenzione del Vescovo e  della Chiesa fiorentina su questo tema, e il grande lavoro educativo che viene fatto nelle parrocchie, nelle associazioni, nei movimenti ecclesiali, negli oratori. «I nostri ragazzi – ha ricordato – saranno in questi giorni al Giubileo a Roma. Hanno risposto all’invito del Papa sapendo che è un invito aperto a tutti e che dovranno tornare a casa con uno sguardo più attento e accogliente verso gli altri»