Vita Chiesa

A ROMA SETTE GIORNI DI LAVORI SU CHIESA E INTERNET, PEDOPORNOGRAFIA E SOCIETA’ DIGITALE

“Internet e la Chiesa cattolica in Europa”, “Internet e minori” e “La Chiesa nella società digitale” sono i temi che vengono trattati in questi giorni (6-12 giugno) a Roma nel corso dei lavori di tre eventi organizzati congiuntamente dall’associazione dei webmaster cattolici italiani (WeCa), dalla Conferenza episcopale italiana e dal Consiglio delle conferenze episcopali europee (Ccee) allo scopo di promuovere il confronto sulla religiosità in rete. La settimana si è aperta ieri con il seminario di studio “Internet e la Chiesa Cattolica in Europa” durante il quale i responsabili dei siti internet di 13 conferenze episcopali hanno presentato le diverse esperienze religiose in rete a livello europeo per elaborare prospettive su quanto lo strumento del web, spazio virtuale di comunicazione e di incontro, possa divenire sempre di più una risorsa per la pastorale, al servizio della comunità.

Domani sarà la volta del laboratorio su “Internet e minori” nel quale si cercherà di elaborare una guida per un uso corretto della rete da parte dei più piccoli, destinata alle parrocchie e alle famiglie.

Ultimo appuntamento della settimana (8-12 giugno)è quello che vede impegnati la European Christian Internet Conference (Ecic)nell’incontro ecumenico “The Church in the Digital Society” che celebra il decimo anno di attività della Conferenza. Sono attesi i rappresentanti di numerose chiese cristiane dalla Finlandia, all’Inghilterra, dall’Islanda alla Danimarca, dalla Transilvania alla Germania, dalla Grecia alla Romania.

«La Chiesa ha bisogno di internet perché ha una Buona Novella da comunicare. Qualsiasi strumento comunicativo diventa un dono per la Chiesa. Internet oltre ad essere un esercizio tecnico diventa per gli operatori del settore una palestra per comprendere il desiderio stesso degli uomini di comunicare”. E’ il saluto che il presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee), mons. Améée Grab ha indirizzato ieri ai partecipanti al seminario “Internet e la Chiesa Cattolica in Europa”. “Come qualsiasi strumento posto nella mano dell’uomo – ha detto mons. Grab – Internet diventa ciò che l’uomo stesso decide che diventa” e per questo motivo la Chiesa, “maestra di comunicazione”, deve “indicare i criteri etici e morali, universalmente validi, riconoscibili nei valori umani e cristiani, tanto a coloro che lo usano per svago, ricerche e informazione quanto a chi se ne occupa professionalmente”.

Il presidente del Ccee ha voluto poi ricordare che “una grande parte della popolazione mondiale non possiede ancora il privilegio di connettersi alla rete. Anche in Europa, specialmente in alcuni paesi dell’Est internet non è fruibile ancora da molti, specialmente dai giovani. Per questo motivo la Chiesa deve aiutare a rendere questo strumento accessibile a tutti”.

Un concetto ripreso nel suo saluto anche da mons. Claudio Giuliodori, direttore dell’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali della Cei, per il quale “Internet è un fattore di cambiamento culturale che interpella la comunità ecclesiale e spinge la Chiesa ad una revisione pastorale e culturale. E’ nostro dovere mettere al servizio della Chiesa gli scenari che le nuove tecnologie aprono ed esplorare questi spazi che chiedono creatività, capacità di comunicazione e collaborazione”. Sir