Vita Chiesa

ABUSI SESSUALI, DOCUMENTO DEI VESCOVI SVIZZERI

Lotta dell’episcopato svizzero agli abusi sessuali che si compiono all’interno delle comunità ecclesiali, per mano di sacerdoti e religiosi. “Sta profondamente a cuore della Chiesa che la testimonianza dei suoi collaboratori e delle sue collaboratrici sia credibile”. Con questo fine è stato pubblicato il 5 dicembre dalla Conferenza episcopale svizzera (Ces) – a termine della 258ª assemblea ordinaria – un documento dal titolo “abusi sessuali nel quadro della pastorale” che contiene una serie di “direttive per le diocesi” qualora si trovino coinvolte in casi di abusi sessuali compiuti da persone impegnate nella pastorale. Il documento è stato diffuso proprio nei giorni in cui con l’apertura del “processo di Boston”, è tornato alla ribalta dell’opinione pubblica americana il caso dei sacerdoti coinvolti in casi di abusi sessuali e atti contro i minori. Nel documento svizzero, i vescovi presentano anche la creazione di una Commissione di esperti, una sorta di task-force, istituita dalla Conferenza episcopale e incaricata di consigliare i vescovi in questa materia. Il documento si conclude con la lista dei membri che fanno parte di questa Commissione e dei “centri di consultazione regionali” istituiti nelle diverse città della Confederazione dalla Chiesa e da enti pubblici.

Per una Chiesa credibile. Un documento rivolto alle diocesi perché la testimonianza della Chiesa “sia credibile”, il ministero dei suoi collaboratori “sia esercitato in maniera professionale e i rapporti tra gli operatori pastorali e i fedeli siano vissuti con cura e responsabilità”. Con queste parole i vescovi svizzeri presentano il documento sugli abusi sessuali ed aggiungono: “Come tutti i nostri contemporanei anche gli operatori pastorali non fuggono alle tentazioni di comportamenti disdicevoli. Le conseguenze però possono essere molto pesanti per le persone coinvolte, soprattutto per la fiducia particolare di cui gli operatori pastorali godono in ragione della loro posizione. Ecco perché questo tema deve essere trattato con cura e serietà”. “Queste direttive – aggiungono i vescovi – intendono rivelare le cause possibili, prevenire gli abusi, servire alla formazione delle coscienze e aiutare a correggere i comportamenti sbagliati”. Le diocesi vengono chiamate dall’episcopato a “fornire aiuto e protezione alle vittime e alle loro famiglie e ad assicurare una procedura equa anche nei confronti degli operatori pastorali coinvolti”. “Noi vescovi – concludono – siamo dolorosamente consapevoli delle ferite che può causare il comportamento sbagliato di un operatore pastorale ed esprimiamo la nostra profonda compassione per ogni vittima. Ci assumiamo anche la responsabilità di impegnarci per la giustizia e la riconciliazione”.

Alcune definizioni. Il documento si suddivide in cinque capitoli. Il primo chiarisce i termini della questione perché sulla materia siano evitate “le banalizzazioni, facilmente presenti in questo contesto”. Tra le definizioni, anche quella di “abuso sessuale”. “Si pensa spesso – spiegano i vescovi – che lo sfruttamento sessuale esista solo in caso di costrizione e violenza. Non è esatto. Anche espressioni e gesti a sfondo sessuale o avance inconvenienti possono essere effettivamente considerati degli abusi d’ordine sessuale”. I vescovi non ammettono “nessuna giustificazione”: “Anche se l’iniziativa di un rapporto sessuale proviene dall’altra persona, accettare una tale relazione non è mai legittimo”.

Prevenzione. Nella seconda e terza parte, il documento affronta il tema della prevenzione. I vescovi invitano le comunità ecclesiali a rompere “le zone grigie del silenzio” ed affermano: “I sentimenti che riguardano la sfera della sessualità, i fantasmi e le azioni possono passare spesso sotto silenzio, respinti e qualche volta anche negati a se stessi. Spesso si dà addirittura la colpa alla vittima”. Da qui il richiamo alla “trasparenza, all’apertura e alla franchezza. In un clima di confronto e discussione – si legge nel documento – l’ipocrisia, la dissimulazione e l’inganno possono essere combattuti”. Il documento focalizza poi l’attenzione sulle procedure di ammissione per i candidati al sacerdozio: “I direttori dei seminari e i loro collaboratori devono cercare di ottenere un profilo il più dettagliato possibile sulla personalità del candidato” e qualora “apparissero dei fattori oscuri, deve essere consultato un esperto”. Il quarto capitolo è quindi dedicato alla presentazione della “Commissione di esperti” istituita dalla Conferenza episcopale e composta da 11 membri (rappresentanti della Chiesa e professionisti).

Le procedure. L’ultima parte è invece riservata alle procedure ecclesiali che le diocesi sono chiamate a mettere in atto nel caso in cui si scopre un abuso sessuale. I vescovi invitano le diocesi ad avviare simili iniziative innanzitutto “per impedire ulteriori pericoli per le vittime”. Consapevoli che le procedure formali possono essere lunghe, la Ces chiede alle diocesi di prevedere “a fianco della procedura penale, un processo informale durante il quale le informazioni di quanto è successo sono trasmesse al servizio ecclesiale competente da una persone di fiducia (psicoterapeuta, medico, operatore pastorale, avvocato) senza fare il nome della vittima”. I vescovi sollecitano infine le diocesi ad aiutare le vittime in tutti i modi, “sotto forma di sostegno pastorale, psicoterapeutico e anche finanziario”.Sir