Vita Chiesa

AGORA’ DEI GIOVANI, BENEDETTO XVI ALLA MESSA: LA CHIESA VI GUARDA CON IMMENSO AFFETTO; ANDATE CONTROCORRENTE

Dio cerca “cuori giovani”, “giovani dal cuore grande, capaci di fare spazio a Lui nella loro vita” e “accogliere una proposta affascinante come quella che ci fa Gesù”. Lo ha detto Benedetto XVI, nell’omelia della celebrazione eucaristica, culmine dell’Agorà dei giovani, in corso in questi giorni a Loreto. Gesù, ha aggiunto il Papa, “ha una predilezione per i giovani” e, pur rispettandone la libertà, “non si stanca mai di proporre loro mete più alte per la vita: la novità del Vangelo e la bellezza di una condotta santa”. Perciò, “seguendo l’esempio del suo Signore la Chiesa continua ad avere la stessa attenzione. Ecco perché, cari giovani, vi guarda con immenso affetto, vi è vicina nei momenti della gioia e della festa, della prova e dello smarrimento; vi sostiene con i doni della grazia sacramentale e vi accompagna nel discernimento della vostra vocazione”. “Cari giovani – è l’invito del Santo Padre – lasciatevi coinvolgere nella vita nuova che sgorga dall’incontro con Cristo e sarete in grado di essere apostoli della sua pace nelle vostre famiglie, tra i vostri amici, all’interno delle vostre comunità ecclesiali e nei vari ambienti nei quali vivete ed operate. Ma che cosa rende davvero giovani in senso evangelico?”. Guardando Maria vediamo che “l’umiltà” è “ciò che Dio apprezza più di ogni altra cosa in lei”.

L’esaltazione dell’umiltà “appare oggi quanto mai provocatoria per la cultura e la sensibilità dell’uomo contemporaneo”, ha detto Benedetto XVI, che ha evidenziato come l’umile sia percepito “come un rinunciatario, uno sconfitto, uno che non ha nulla da dire al mondo. Invece, questa è la via maestra, e non solo perché l’umiltà è una grande virtù umana, ma perché, in primo luogo, rappresenta il modo di agire di Dio stesso. È la via scelta da Cristo, il mediatore della Nuova Alleanza”. Il messaggio, dunque, è questo: “Non seguite la via dell’orgoglio – ha ammonito il Papa – bensì quella dell’umiltà. Andate controcorrente: non ascoltate le voci interessate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all’arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo, all’apparire e all’avere, a scapito dell’essere. Di quanti messaggi, che vi giungono soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici! Non andate dietro all’onda prodotta da questa potente azione di persuasione”. Di qui l’invito a non aver paura “di preferire le vie alternative indicate dall’amore vero: uno stile di vita sobrio e solidale; relazioni affettive sincere e pure; un impegno onesto nello studio e nel lavoro; l’interesse profondo per il bene comune”.

“Non abbiate paura – ha esortato Benedetto XVI – di apparire diversi e di venire criticati per ciò che può sembrare perdente o fuori moda: i vostri coetanei, ma anche gli adulti, e specialmente coloro che sembrano più lontani dalla mentalità e dai valori del Vangelo, hanno un profondo bisogno di vedere qualcuno che osi vivere secondo la pienezza di umanità manifestata da Gesù Cristo”. Quella dell’umiltà, per il Papa, “non è dunque la via della rinuncia ma del coraggio. Non è l’esito di una sconfitta ma il risultato di una vittoria dell’amore sull’egoismo e della grazia sul peccato. Seguendo Cristo e imitando Maria, dobbiamo avere il coraggio dell’umiltà; dobbiamo affidarci umilmente al Signore perché solo così potremo diventare strumenti docili nelle sue mani, e gli permetteremo di fare in noi grandi cose”. Dunque, “l’umiltà che il Signore ci ha insegnato e che i santi hanno testimoniato, ciascuno secondo l’originalità della propria vocazione, è tutt’altro che un modo di vivere rinunciatario”. Dal Papa ancora un invito a guardare Maria: “Alla sua scuola, anche noi come lei possiamo fare esperienza di quel sì di Dio all’umanità da cui scaturiscono tutti i sì della nostra vita. Possiamo comprendere che la nostra fede non propone un insieme di divieti morali, ma un cammino gioioso alla luce del sì di Dio”.

Certo, ha detto Benedetto XVI, “tante e grandi sono le sfide che dovete affrontare”. La prima è “seguire Cristo fino in fondo, senza riserve e compromessi”, il che “significa sentirsi parte viva del suo corpo, che è la Chiesa. Non ci si può dire discepoli di Gesù se non si ama e non si segue la sua Chiesa. La Chiesa è la nostra famiglia, nella quale l’amore verso il Signore e verso i fratelli, soprattutto nella partecipazione all’Eucaristia, ci fa sperimentare la gioia di poter pregustare già ora la vita futura che sarà totalmente illuminata dall’Amore”. Sentirsi Chiesa, ha spiegato il Papa, è “una vocazione alla santità per tutti; è impegno quotidiano a costruire la comunione e l’unità vincendo ogni resistenza e superando ogni incomprensione. Nella Chiesa impariamo ad amare educandoci all’accoglienza gratuita del prossimo, all’attenzione premurosa verso chi è in difficoltà, i poveri e gli ultimi. La motivazione fondamentale che unisce i credenti in Cristo non è il successo ma il bene, un bene che è tanto più autentico quanto più è condiviso, e che non consiste prima di tutto nell’avere o nel potere ma nell’essere… Seguire Cristo comporta, inoltre, lo sforzo costante di dare il proprio contributo alla edificazione di una società più giusta e solidale, dove tutti possano godere dei beni della terra”.

Manifestando apprezzamento per l’impegno di molti giovani “a testimoniare la propria fede nei vari ambiti sociali, operando nel volontariato, lavorando alla promozione del bene comune, della pace e della giustizia in ogni comunità”, Benedetto XVI ha ricordato che “uno dei campi, nei quali appare urgente operare, è senz’altro quello della salvaguardia del creato. Alle nuove generazioni è affidato il futuro del pianeta, in cui sono evidenti i segni di uno sviluppo che non sempre ha saputo tutelare i delicati equilibri della natura”. “Prima che sia troppo tardi – ha osservato il Papa – occorre adottare scelte coraggiose, che sappiano ricreare una forte alleanza tra l’uomo e la terra. Serve un sì deciso alla tutela del creato e un impegno forte per invertire quelle tendenze che rischiano di portare a situazioni di degrado irreversibile”. Di qui il plauso all’iniziativa della Chiesa italiana “di promuovere la sensibilità sulle problematiche della salvaguardia del creato fissando una Giornata nazionale che cade proprio il 1° settembre”. Quest’anno, ha ricordato, “l’attenzione è puntata soprattutto sull’acqua, un bene preziosissimo che, se non viene condiviso in modo equo e pacifico, diventerà purtroppo motivo di dure tensioni e aspri conflitti”. Concludendo l’omelia, il Papa ha rinnovato l’invito a partecipare alla Gmg 2008, a Sidney.

Sir