Vita Chiesa

APPELLO PATRIARCA ECUMENICO BARTOLOMEO, «FAR TACERE LE ARMI»

«Rispetto delle differenze religiose e cessazione delle violenze». È quanto chiede Sua Santità il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I in un comunicato diffuso oggi, nel quale esprime preoccupazione e «profonda tristezza»: «L’umanità – si legge – è entrata in un periodo di confusione e di instabilità, caratterizzato da una esaltazione religiosa, il cui risultato è la manifestazione di violenza e contraddistinto dalla perdita di rispetto per la differenza religiosa». «Quando agiamo in modo impudente e violento, in nome dei nostri pregiudizi religiosi o delle nostre credenze religiose – prosegue la dichiarazione del Patriarcato -, allora noi mettiamo in pericolo la nostra stessa vita e la nostra fede, creando un clima di rabbia, di odio e di sfiducia, che distrugge i legami di coesione che hanno caratterizzato l’umanità fin dalla creazione del mondo». Il Patriarca rinnova così il suo appello «a tutti i protagonisti coinvolti nella violenza a far tacere le loro armi». Osservando quanto accaduto nelle ultime settimane, l’appello chiede «l’assunzione di impegni per il mantenimento della pace e del rispetto reciproco per l’intera umanità». Un appello che – osserva il Patriarca ecumenico – «si presenta più critico che mai».

«Noi, che professiamo di conoscere Dio – aggiunge Bartolomeo I -, dobbiamo riconoscere il dono divino della vita in ciascuno degli uomini e rispettare questo Seme Divino». Ecco perché il Patriarcato ecumenico ritiene «suo obbligo il dialogare con quanti sono diversi» a partire dalla conoscenza dei simboli religiosi e dei modi di pensare degli «altri». «I simboli – si legge nella dichiarazione – costituiscono rappresentazioni caratteristiche esterne, verso i quali tutti gli uomini collegano i propri pensieri e valori interni». «Distruggere i simboli significa infliggere un dolore agli uomini che onorano questi simboli e le tradizione che rappresentano nei loro cuori». Il Patriarca richiama l’umanità ad adottare «un cambiamento radicale degli atteggiamenti, delle abitudini e pratiche» e ripudia «chi affronta il prossimo con mancanza di rispetto, con disprezzo e odio distruttivo». «Non servono a nessuno i discorsi pieni di intolleranza, le accuse infondate, l’impossibilità di comprensione delle differenze culturali, il biasimo dell’altro. Indipendentemente dalla via che ognuno di noi ha scelto consapevolmente di seguire, tutti siamo legati in modo infrangibile con gli altri, come i fili di uno stesso tappeto, opera di Dio, e dobbiamo riconoscere la bellezza ed il valore inerente di ciascuno e cessare la distruzione di qualsiasi parte della nostra bellezza collettiva». (Sir)