Vita Chiesa

ASSEMBLEA AC, MESSAGGIO ALLA CHIESA E AL PAESE: EDUCAZIONE, DEMOCRAZIA, FAMIGLIA, ACCOGLIENZA

Si è chiusa oggi a Roma, con la proclamazione del nuovo Consiglio nazionale e l’approvazione del Documento finale, la XIV assemblea nazionale dell’Azione cattolica italiana. “L’esperienza democratica vissuta in questi giorni esprime la nostra passione associativa”, ha affermato il presidente nazionale di Ac, Franco Miano, nel suo intervento finale. Al termine dei lavori è stato diffuso un “messaggio alla Chiesa e al Paese” che riassume alcuni degli elementi approfonditi durante i lavori (educazione, laicità, servizio alla società e alla vita civile). Tra le “scelte associative” che vengono proposte al dialogo “con tutti gli uomini e le donne di buona volontà, alle parti politiche, ai corpi intermedi, alla società civile, alle altre associazioni laiche e cattoliche”, figurano “il rispetto assoluto della vita e di ogni vita”, il “riconoscimento e la promozione della famiglia”, “la sobrietà delle scelte quotidiane”, “la solidarietà e la scelta preferenziale per i poveri, gli stranieri e le famiglie in difficoltà”. E ancora: “il senso del dovere professionale e il valore dello studio”, “la coerenza tra sfera privata e sfera pubblica”, “l’attenzione alla vita amministrativa e politica delle città e del Paese”.Ad aprire l’ultimo giorno assembleare, la celebrazione eucaristica presieduta dal card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che ha espresso “la vicinanza affettuosa e incoraggiante dei vescovi italiani”, “certo che le decisioni maturate in questi giorni sono state guidate dalla vostra preghiera e dall’amore per la Chiesa: è questo che rende viva e vitale l’Azione cattolica”. La formazione integrale delle persone, “che voi ben conoscete e che perseguite”, richiede oggi un supplemento di consapevolezza e d’impegno. “La cura della vita spirituale attraverso la preghiera e la vita sacramentale, la conoscenza amorosa e docile delle Scritture, del Catechismo della Chiesa cattolica, della Dottrina sociale, del Magistero, la faticosa e severa intelligenza della storia nei suoi movimenti e complessità, il servizio e la testimonianza – ha aggiunto Bagnasco – costituiscono gli elementi irrinunciabili dell’itinerario formativo ai vari livelli di età”. Criteri, ha precisato, “che richiedono tempo, costanza e anche fatica”, ma “senza dei quali ogni analisi del presente rischia il generico e, soprattutto, luoghi comuni e letture parziali”, rendendo “la presenza dei cattolici nella storia una presenza inadeguata, incapace di porre un giudizio di valore sulle cose, e quindi inefficace rispetto a quell’essere ‘lievito e sale, luce e città posta sul monte’, che è un unico e indivisibile imperativo evangelico”. L’Azione cattolica, aveva ricordato ieri l’assistente generale, mons. Domenico Sigalini, ha messo Gesù “al centro del suo cammino formativo” e “lo vuole sulla barca dell’assemblea, come luce e sale, per vivere la fede e amare la vita. Se non c’è lui, giriamo a vuoto tutte le miglia dei nostri contorcimenti e vani sproloqui”.La storia e il futuro, l’impegno democratico, l’attenzione alla famiglia, l’unitarietà, la capacità di accogliere. Sono alcuni dei temi affrontati dal presidente dell’Ac nella sua replica finale. “La nostra storia – ha sottolineato – va sempre più considerata come strumento prezioso al quale attingere. Non è atteggiamento da nostalgici, ma capacità di saper raccogliere un’eredità rinnovandola”, poiché nel recupero del “senso di un’origine” vi è “il futuro”. In secondo luogo, Miano ha messo in evidenza “il filo ininterrotto d’impegno dalle assemblee parrocchiali fino a qui”, chiedendo di “inaugurare una stagione in cui si riflette appieno su cosa significa la democraticità”, affinché “un valore forte e importante come questo non si perda. È il nostro modo per renderci partecipi della vita della Chiesa e del Paese, ed è il nostro primo servizio all’Italia: dobbiamo essere all’altezza di questo contributo democratico che proponiamo”. Sull’attenzione alla famiglia, il presidente dell’associazione ha annunciato “sconti nelle quote di adesione per le famiglie, in particolare quelle con 4 o più componenti. Non è – ha precisato – un modo per rendere meno significativa l’adesione, ma per sottolineare l’attenzione alla famiglia anche attraverso questo gesto di ‘appartenenza’ all’Ac”. Infine, l’accoglienza del prossimo, con riferimento in particolare ai migranti che approdano sulle nostre coste, e che dovrebbero sperimentare quella “capacità di accoglienza che dobbiamo avere con tutti”. “Cacciare indietro persone per noi non è possibile, è come se cacciassimo indietro il Signore Gesù”, ha rimarcato con forza, ricordando che gli immigrati “sono persone che comunque cercano Dio, perché Dio non è lontano dia poveri, dalle persone deboli e sole, dai più autentici bisogni di ogni vita umana”.“L’Azione cattolica – riporta il Documento finale approvato dall’assemblea – è un’associazione dall’incredibile vivacità, ricca di risorse umane, idee, progetti. Attraverso la cura delle relazioni e la centralità della persona, metodo e sostanza della vita associativa, si propone di essere un’esperienza a misura di ciascuno. La sua tradizione formativa, l’impegno educativo di tanti giovani e adulti, accompagnati da sacerdoti assistenti, ha una meta alta: sostenere la crescita di credenti e cittadini capaci di responsabilità, capaci, cioè, di rispondere ai tanti interrogativi personali e sociali che il tempo presente offre. A noi tutti è chiesto di vivere la fede nell’ordinario, secondo uno stile feriale, umile, costante, gioioso, rispettoso. A noi tutti è chiesto di amare la vita, gustarne la bellezza, coglierne i segni profetici e individuarne le contraddizioni. È l’idea di una fede incarnata, segno caratterizzante l’esperienza dell’Azione cattolica. È il dono più concreto che l’associazione può offrire, oggi, alla Chiesa e al Paese”.