Vita Chiesa

Assemblea Cei, card. Bagnasco: utero in affitto sarà colpo finale alla famiglia

Lo «stimolo» di Francesco. «Il magistero di Papa Francesco, insieme al suo instancabile ministero, è per noi e per il ‘santo popolo fedele di Dio’ un continuo stimolo alla conversione della vita personale e pastorale. Di questo patrimonio – ha detto il card. Bagnasco – fa parte la recente Esortazione apostolica Amoris laetitia», definita dal cardinale «orientamento per un deciso rilancio della pastorale familiare, e «nuovo incoraggiamento per quel discernimento e accompagnamento che ogni Pastore è da sempre chiamato a fare con saggezza secondo gli insegnamenti della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo». Poi il Giubileo straordinario della Misericordia, che «si sta sempre più rivelando una fonte di grazia per tutti», le parole di Bagnasco: «Non c’è età che non ne sia toccata, basta pensare al grande raduno dei ragazzi – settantamila – che hanno affollato gioiosamente Piazza San Pietro domenica 24 aprile. È stato uno spaccato di ciò che abita veramente il cuore dei giovani; la loro presenza mostrava l’intuizione che la risposta più vera è Gesù nella Chiesa: ‘Tu hai parole di vita eterna’».

«Non retrocedere dal fronte dell’accoglienza». È l’impegno preso dai vescovi italiani, attraverso le parole pronunciate questa mattina dal cardinale Angelo Bagnasco. Il Cardinale ha citato la «storica visita» del Papa a Lesbo, che «ricorda a tutti che le vie di comunicazione sono sì per le merci, ma innanzitutto per le persone; incoraggia a non rinunciare al sogno europeo nel quale i Padri hanno creduto, così come Papa Francesco ha sottolineato nel ricevere il prestigioso Premio Carlo Magno». Sul fronte interno, Bagnasco ha riconosciuto «il permanente sforzo dell’Italia, sempre in prima linea per accogliere e salvare tante vite da ignobili mercanti di disperati». «La Chiesa italiana continua ad offrire il suo contributo accogliendo, ad oggi, circa 23.000 migranti, con un aumento di 4.500 persone in questi primi mesi dell’anno», ha reso noto il presidente della Cei, esprimendo il suo «riconoscente incoraggiamento» alle comunità parrocchiali e religiose, sostenute dalle Caritas diocesane e dagli Uffici Migrantes.

«Il Sud del mondo si è messo in marcia sotto la spinta di circostanze difficili o tragiche: è un inarrestabile esodo». Nella relazione di apertura della seconda giornata dell’Assemblea della Cei il cardinale Angelo Bagnasco, ha chiesto un esame di coscienza al nostro continente: «È doveroso chiederci – le sue parole – se non sia questo un banco di prova perché l’Europa del diritto, della democrazia e della libertà, culla e sorgente dell’umanesimo, irrorata dalla sorgente perenne del Vangelo, possa riscoprire se stessa». Poi la citazione di Aldo Moro, che visitando Aquisgrana disse che era «il centro di un mondo unito che si regge su due pilastri fondamentali: l’ordinamento giuridico romano e la forza spirituale del cristianesimo». «Possa l’Europa ritrovare la sua anima e così l’amore di popoli e nazioni», l’auspicio del presidente della Cei e arcivescovo di Genova: «Possa incontrarsi finalmente con le persone, che non sono pedine sulle cui teste qualche ‘illuminato’ pretende di decidere o esperimentare; né sono apolidi, poiché ognuno appartiene ad una storia, ha una visione della vita e valori di fondo». «Capisca che essere europeo non significa entrare nel limbo del pensiero unico», l’altro appello del cardinale: «Le leggi e gli accordi sono necessari, ma non fanno lo spirito di un continente: lo presuppongono». Da parte loro, i vescovi italiani «rinnovano la passione per l’Europa e, insieme al Santo Padre, auspicano con ferma convinzione uno slancio nuovo e coraggioso per questo amato Continente» .

Le persecuzioni ai cristiani. «Nel mondo sembra che cresca l’indifferenza verso tanta violenza, come se i veri problemi fossero altri che il diritto di professare la propria fede senza subire persecuzione e morte, o essere costretti a vivere da fuggiaschi in preda alla paura». È il grido di allarme del cardinale Angelo Bagnasco, che nella relazione di apertura della seconda giornata dell’Assemblea dei vescovi italiani ha ricordato che «si contano ormai 200 milioni di cristiani perseguitati sul pianeta sotto gli occhi distratti e indifferenti del mondo: ad Aleppo, storico centro della cristianità in Siria, oggi sono rimasti appena 40.000 fedeli, un quarto rispetto a solo 5 anni fa!». «Come Chiesa, denunciamo ancora una volta la violenza barbara di ogni persecuzione, assicuriamo la nostra vicinanza di solidarietà e preghiera a quanti la subiscono, e incoraggiamo le nostre comunità ad alimentare la fede e la testimonianza sull’esempio di tanto coraggio», il suo appello.

Le vittime del terrorismo. «Accanto alle vittime della persecuzione religiosa, ci sono quelle causate dal terrorismo, che continua a seminare morte, angoscia e rapimenti». È l’analisi del presidente della Cei, che analizzando gli scenari internazionali, nella sua relazione di apertura della seconda giornata dell’Assemblea dei vescovi, si è chiesto: «Esiste qualcuno che possa fermare tanto oscurantismo politico, sociale, religioso, su cui prospera il commercio delle armi? Nel campo della sicurezza sembra che tra gli Stati europei cresca la capacità di scambio e collaborazione; a tale proposito, ringraziamo i Servizi italiani che stanno mostrando capacità e determinazione». Di qui il nuovo appello all’Europa, anzi all’Occidente: «Quale offerta culturale fa alle generazioni di immigrati ormai naturalizzati nel Continente? Quale visione spirituale offre?». «Il benessere materiale è ricercato e spesso raggiunto; ma i beni di consumo da soli non sono sufficienti», il monito di Bagnasco: «È necessaria una visione di valori e di ideali – favorita da un’alta istruzione e da un contesto di buone relazioni – per cui ognuno senta che vale la pena sacrificarsi. Diversamente, l’anima resta vuota ed esposta ad ogni suggestione, anche la più assurda e turpe».

Sacerdoti nostri fratelli e amici. «Cari sacerdoti, voi siete per noi ‘fratelli e amici’ come ricorda il Concilio: mentre diamo testimonianza della vostra quotidiana vicinanza alla gente, vi ringraziamo per quello che fate uniti a noi, vostri Vescovi e Padri»,  ha detto il presidente della Cei, venendo al tema specifico di questa Assemblea. «Il Signore ci ha messi insieme, perché vivessimo la comunione nel Presbiterio diocesano con tensione ideale e con fiducioso realismo», ha proseguito riferendosi al tema dell’assise in corso in Vaticano, il rinnovamento del clero: «La nostra unità – insieme alla nostra preghiera – è la prima forma di quel prenderci cura di noi stessi e del nostro popolo che tanto raccomanda Papa Francesco. A nostra volta, non dimentichiamo quanto afferma il Concilio: ‘È ai Vescovi che incombe in primo luogo la grave responsabilità della santità dei loro sacerdoti’». Di qui la necessità, per il presidente della Cei, di  «prendersi cura con la massima serietà della continua formazione del proprio presbiterio. Responsabilità ben più grande delle nostre forze, che portiamo con fede nella grazia dello Spirito». Tra gli appuntamenti ecclesiali imminenti, Bagnasco ha citato la Giornata mondiale della gioventù, in programma a luglio a Cracovia, e il Congresso eucaristico nazionale, che si celebrerà a Genova dal 15 al 18 settembre. «Intensificare l’adorazione nelle parrocchie, diffondere il sussidio per la preghiera quotidiana in famiglia, utilizzare il documento teologico-pastorale, distribuire a largo raggio il Messaggio a firma del Consiglio episcopale permanente»: sono questi, per il presidente della Cei, i «passaggi decisivi per la migliore preparazione all’appuntamento, se vogliamo che sia davvero un evento di grazia per noi e le nostre Comunità». Le catechesi che si terranno nelle diverse chiese di Genova, ha annunciato Bagnasco, «saranno sull’Eucaristia alla luce dei cinque verbi di Firenze, così da segnare una continuità sostanziale con il mistero che sta al centro della Chiesa e della sua missione».

La riforma dei Tribunali ecclesiastici. Il card. Bagnasco ha poi ricordat come una «novità di grande rilievo» dell’attuale pontificato  sia stato il Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus, con cui il Papa «ha riformato i processi di nullità matrimoniale accogliendo l’auspicio dei Padri Sinodali al Sinodo Straordinario». Il presidente della Cei ha poi assicurato: «Siamo impegnati affinché le finalità della riforma possano trovare efficace e piena risposta nella prassi giudiziaria, coniugando la vicinanza accogliente alle persone con le esigenze di assicurare sempre un rigoroso accertamento della verità del vincolo, per sua natura indissolubile ove validamente formato». «Nell’esercizio di questa responsabilità – ha proseguito – sappiamo di poter contare sull’aiuto degli operatori dei Tribunali, la cui solida formazione ed esperienza rappresentano un bene prezioso da valorizzare per conseguire la realizzazione dei principi ispiratori della riforma». In questa prospettiva, nella quale «un oculato discernimento pastorale consentirà il giusto equilibrio anche nella scelta delle soluzioni strutturali più adeguate nelle diverse chiese particolari», la Cei «non mancherà di offrire il proprio sostegno, a tutti i livelli di propria competenza e in comunione con le Conferenze Episcopali Regionali».

Povertà in aumento. «Il peso della vita quotidiana, alla ricerca dei beni essenziali, diventa sempre più insostenibile, compreso il bene primario della casa». Nella parte della sua relazione di apertura della seconda giornata dell’Assemblea dei vescovi dedicata all’analisi della situazione del Paese, il card. Bagnasco ha ricordato che «la povertà assoluta investe 1,5 milioni di famiglie, per un totale di 4 milioni di persone, il 6,8 per cento della popolazione italiana!». «Mentre la platea dei poveri si allarga inglobando il ceto medio di ieri, la porzione della ricchezza cresce e si concentra sempre più nelle mani di pochi, purtroppo a volte anche attraverso la via della corruzione personale o di gruppo». «Le nostre parrocchie vedono le file di coloro che cercano un pasto alle nostre mense: sono stati ben 12 i milioni di pasti distribuiti nel 2015», ha sottolineato il cardinale, che ha posto domande esigenti alla politica: «I responsabili della cosa pubblica, i diversi attori del mondo del lavoro, che cosa stanno facendo che non sia episodico ma strutturale?». La Chiesa, da parte sua, «continuerà a fare tutto quanto le è possibile per stare accanto alla gente, mettendo in campo ogni risorsa: dalle forze di tantissimi volontari alle risorse dell’8 per mille che, oltre a permettere un clero totalmente disponibile, consente di venire incontro alle enormi richieste della carità e del mantenimento delle opere pastorali».

Allarme denatalità. «Si vedono segnali positivi di sostegno e promozione della famiglia che, oltre ad essere il grembo naturale della vita, è palestra di umanesimo, di virtù civili, di socialità e di educazione nell’intreccio di generazioni e di generi, primo ammortizzatore sociale»: ma «tali segnali hanno bisogno di essere incentivati e, soprattutto, di diventare strutturali». È la ricetta della Chiesa italiana per la famiglia proposta dal presidente della Cei, che nella parte finale della sua relazione si è soffermato sul fronte della natalità. «Finalmente, dopo anni che lo richiamiamo, oggi perlomeno si parla di inverno demografico»: «L’immagine – seppur efficace – non suscita però ancora la necessaria coscienza della gravità». I dati Istat, infatti, «rimangono impietosi: quelli del 2015 sono i dati peggiori dall’unità d’Italia». E Bagnasco li ha snocciolati: «Lo scorso anno, a fronte di 653.000 decessi, le nascite sono state 488.000, mentre 100.000 italiani hanno lasciato il Paese». «La demografia è un indicatore decisivo dello stato di salute di un Paese, specialmente occidentale, dove lo sviluppo economico e lavorativo, insieme ad una cultura densa di ideali e valori, suscitano speranza nel domani e coraggio nel generare nuove vite, assumendo con fiducia la missione educativa dei figli», l’analisi del presidente della Cei, che si è chiesto: «Che cosa sta facendo lo Stato perché si possa invertire la tendenza?». Di qui l’urgenza di «una manovra fiscale coraggiosa, che dia finalmente equità alle famiglie con figli a carico». La messa in atto del cosiddetto «fattore famiglia», per la Cei, «sarebbe già un passo concreto e significativo».

Forte preoccupazione per il lavoro. «Vorremmo poterlo vedere più sereno, occupato nel lavoro, proiettato con fiducia verso il futuro, incoraggiato dalle prospettive dei giovani, lieto nell’intreccio di generazioni che si guardano con simpatia, fiducia, solidarietà». Sono gli auspici dei vescovi italiani, per bocca del loro cardinale presidente, Angelo Bagnasco, per il nostro Paese. «Gli indicatori che si leggono, purtroppo, non sembrano andare in questa direzione», il grido d’allarme lanciato in apertura della seconda giornata dell’Assemblea della Cei: «Dall’inizio della crisi l’occupazione è caduta del 4,8%, una delle contrazioni più rilevanti in Europa: i dati ricorrenti dicono che la fascia tra i 15 e i 24 anni in cerca di lavoro è prossima al 40% contro il 22% della media europea: in termini percentuali siamo i peggiori, subito prima della Bulgaria». Il card. Bagnasco ha espresso inoltre «forte preoccupazione anche per gli adulti che, una volta perso il lavoro, si trovano nella difficoltà a rientrarvi con grave danno per le proprie famiglie oltre che per la propria dignità».

Il fantasma del gioco d’azzardo. C’è «un terzo fantasma» che «sta crescendo nel Paese – ha denunciato con forza Bagnasco -: il gioco d’azzardo». «La recente legge – ha ricordato il cardinale – intima che il numero delle slot machine si riduca del 30% in quattro anni; in realtà è cresciuto del 10,6% in quattro mesi, salendo a 418.210. Negli ultimi sei anni, mentre fra la popolazione è salita la soglia della povertà, l’affare-azzardo ha raggiunto il 350%, fino a 84 miliardi». «A fronte di così cospicui interessi a diversi livelli, chi sarà in grado di resistere alle pressioni delle lobby e intervenire in modo radicale?», si è chiesto Bagnasco, facendo notare che «la ricaduta sociale della ludopatia è devastante per i singoli, che perdono il lavoro, rompono i rapporti familiari, diventano facile preda di altre dipendenze fino al suicidio, come ha affermato il Ministro della salute». «I cittadini in che modo possono far sentire la propria volontà a fronte di problemi così gravi che perdurano da troppo tempo, corrompendo modi di pensare e stili di vita? Possono, i problemi, essere scaricati solo sull’Europa e sul mondo globale?», gli altri interrogativi. «La democrazia avanzata deve cercare, non solo tollerare, il dialogo», ha ammonito il presidente della Cei: «Esso deve essere praticato nella onestà degli atteggiamenti, nel rispetto di persone e istituzioni, alla ricerca di una sintesi alta e realistica. È su questi problemi che la gente vuole vedere il Parlamento impegnato senza distrazioni di energie e di tempo, perché questi sono i problemi veri del Paese, cioè del popolo».

Unioni civili in attesa del «colpo finale». «Non si comprende come così vasta enfasi ed energia sia stata profusa per cause che rispondono non tanto a esigenze – già per altro previste dall’ordinamento giuridico – ma a schemi ideologici». È il giudizio della Chiesa italiana sulla recente approvazione della legge sulle «unioni civili», che – ha detto il cardinale Angelo Bagnasco –  «sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia, anche se si afferma che sono cose diverse». «In realtà – ha proseguito entrando nel dettaglio del dispositivo legislativo – le differenze sono solo dei piccoli espedienti nominalisti, o degli artifici giuridici facilmente aggirabili, in attesa del colpo finale – così già si dice pubblicamente – compresa anche la pratica dell’utero in affitto, che sfrutta il corpo femminile profittando di condizioni di povertà». «La famiglia si fonda sul matrimonio – ha ribadito Bagnasco citando la dichiarazione comune di Papa Francesco e del Patriarca Kirill – atto libero e fedele di amore di un uomo e una donna. Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternità e di maternità, come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio  viene estromesso dalla coscienza pubblica». La famiglia, ha proseguito il presidente della Cei sempre sulla scorta del Papa, è «fondamento della convivenza e rimedio contro lo sfaldamento sociale». E ancora: «Il matrimonio tende ad essere visto come una mera forma di gratificazione affettiva che può costituirsi in qualsiasi modo e modificarsi secondo la sensibilità di ognuno». Senza contare che la «complementarietà sta alla base del matrimonio e della famiglia», per cui «occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con papà e una mamma, capaci di creare insieme un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio». E, a proposito della teoria del «gender» che per Bagnasco «è sempre alle porte in modo strisciante», Francesco ha più volte ripetuto che «è uno sbaglio della mente umana», esprimendo anche il dubbio «se non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa confrontarsi con essa». «Non si comprende come queste affermazioni, tanto chiare di Papa Francesco, e ribadite a più riprese dai vescovi – il commento del cardinale – passino costantemente sotto silenzio, come se mai fossero state pronunciate o scritte».