Vita Chiesa

Assemblea Kek: messaggio finale, costruttori di ponti sulle vie della testimonianza, della giustizia e della ospitalità

«Ci siamo riuniti in un momento d’incertezza per l’Europa», si legge nel messaggio: «Dove molti sperimentano una perdita di dignità, sfruttamento, miseria e abuso di potere. Dalle rive del Danubio a Novi Sad, dove i ponti furono distrutti in un conflitto e ricostruiti in pace, ci siamo uniti in preghiera. Abbiamo condiviso la nostra sete di giustizia; la nostra profonda preoccupazione per le persone, per il nostro continente, per il nostro mondo».

Testimoniare Cristo all’Europa di oggi – scrivono le Chiese – significa essere «una comunità inclusiva», affermare che «ogni persona è creata a immagine e somiglianza di Dio», valorizzare «le voci dei giovani che sono il nostro presente e non solo il nostro futuro». Praticare la giustizia invece chiede alle istituzioni e alle Chiese di «lavorare per la fine della violenza, della persecuzione e della discriminazione, difendendo la libertà di religione o credo». Significa anche cercare «la riconciliazione e la risoluzione pacifica dei conflitti» e mettersi in ascolto di «coloro che non hanno voce o si trovano ai margini delle nostre Chiese, delle nostre comunità e del nostro mondo». E infine le Chiese ribadiscono il loro impegno a offrire ospitalità, dando in concreto «un generoso benvenuto ai rifugiati e agli stranieri di tutte le fedi o credi», «impegnandosi nel dialogo, condividendo la nostra fede cristiana e imparando gli uni dagli altri», contribuendo a «superare la divisione, l’esclusione e l’emarginazione» e promuovendo «la difesa dei diritti umani».