Vita Chiesa

Azione cattolica: Truffelli, «Ci serve una piccola rivoluzione copernicana»

«Ciò che vogliamo fare qui in questi giorni» è «cercare insieme nuove strade attraverso cui l’Azione cattolica può mettersi al passo» con il pontificato di Francesco «per aiutare le nostre chiese locali a fare altrettanto, lasciandosi trainare senza timore e senza remore dalla grande spinta che il Papa sta imprimendo a tutta la Chiesa universale». Matteo Truffelli, presidente nazionale di Ac, ha introdotto in serata i lavori del convegno delle presidenze diocesane dell’associazione, che si svolge da oggi a domenica alla Domus Pacis di Roma. Titolo dell’appuntamento: «La realtà ‘sorprende’ l’idea. La missionarietà dell’Ac alla luce dell’Evangelii gaudium». Ampi i riferimenti di Truffelli alla esortazione apostolica, dalla quale sono tratti i temi-guida dell’incontro. «Durante questi tre giorni di lavoro ci vogliamo chiedere cosa significa per noi sentirci ‘chiamati a rinnovare la scelta missionaria, aperta agli orizzonti che lo Spirito indica alla Chiesa ed espressione di una nuova giovinezza dell’apostolato laicale’, come ci ha invitato a fare il Papa il 3 maggio dell’anno scorso, durante l’udienza concessa al termine dell’Assemblea nazionale». «Vogliamo trovare insieme – ha aggiunto il presidente – le modalità per mettere sempre più la nostra associazione al servizio del progetto di Chiesa disegnato da Papa Francesco».

Tre i «punti di riferimento essenziali» indicati da Truffelli, che rappresentano per l’Azione cattolica «altrettante imprescindibili coordinate della sua natura e della sua missione». Anzitutto «la convinta conferma dell’importanza della parrocchia come realtà fondamentale per la missionarietà della Chiesa, e la consapevolezza della necessità di fare in modo che le nostre concrete parrocchie riscoprano e approfondiscano la loro vocazione più autentica». In seconda istanza la «riaffermazione del ruolo della Chiesa particolare come ‘soggetto dell’evangelizzazione’, da cui consegue la necessità per ‘ogni chiesa particolare, porzione della chiesa cattolica sotto la guida del suo vescovo’ di sentirsi ‘anch’essa chiamata alla conversione missionaria’». Terzo tema, sempre tratto dalla Evangelii gaudium: «Il ruolo fondamentale di tutto il popolo di Dio, quindi anche dei laici, chiamati ad assumersi le proprie responsabilità e a offrire il proprio contributo sotto la guida, ma anche al fianco dei pastori».

Truffelli ha aggiunto nella sua relazione: «Credo che tutti sogniamo un’Ac che sappia farsi più missionaria per aiutare le nostre parrocchie a essere più missionarie, a farsi più vicine alla vita delle persone, per offrire sempre di più e meglio le proprie cure a quelle vite, così come esse sono realmente: piene di contraddizioni, di paure, di pregiudizi, di povertà materiali e spirituali». Al contempo «desideriamo una Chiesa sempre più capace di mostrare a tutti, e soprattutto a quelli che Mazzolari avrebbe chiamato ‘i lontani’, il volto misericordioso e accogliente del Signore». «Non desideriamo però un’altra Chiesa. Vogliamo porci a servizio della nostra Chiesa, di questa Chiesa, per aiutarla a svolgere in modo sempre più fedele e coerente la propria missione». Per tutto ciò occorre «una piccola rivoluzione copernicana» in Ac: «partire sempre più dalla vita concreta delle persone, delle famiglie, delle comunità, anziché da proposte o progetti o pensieri nostri; mettersi in ascolto delle vite concrete delle persone per lasciarsi interrogare e coinvolgere da esse, ma anche semplicemente per lasciarsi stupire da esse, per cogliere e valorizzare la ricchezza straordinaria racchiusa in ciascuna vita».