Vita Chiesa

Azione cattolica: Truffelli, «il coraggio di cambiare, sulle orme di Francesco»

«Vogliamo prendere sul serio l’invito che Papa Francesco fa nella Evangelii gaudium, quando esorta tutti ad ‘applicare con generosità e coraggio gli orientamenti di questo documento, senza divieti né paure’. Lo faremo a partire da alcune parole-chiave – poveri, misericordia, popolo, gioia, dialogo – capaci di farci leggere in profondità le indicazioni di questo papato, per declinarle ancora meglio e, come associazione, aiutare tutta la Chiesa a declinarle al meglio». Matteo Truffelli, presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana, spiega al Sir l’intento del convegno delle presidenze diocesane che si aprirà domani, fino al 26 aprile, alla Domus Pacis di Roma. Oltre 700 delegati dalle diocesi di tutta Italia si confronteranno sul tema «La realtà ‘sorprende’ l’idea. La missionarietà dell’Ac alla luce della Evangelii gaudium». «L’Azione cattolica – prosegue Truffelli – è consapevole del fatto che, proprio per continuare a camminare nel solco della storia che ci ha condotto fino a qui, sulle orme del Concilio, occorre avere il coraggio e la libertà di cercare strade nuove per arrivare a incrociare sempre di più il quotidiano delle persone. È in fondo quello che Francesco chiede a tutta la Chiesa: ‘in uscita’ verso le periferie del mondo, dell’esistenza». «Ciò vuol dire un’Ac capace di essere sempre più vicina alla vita concreta delle persone, facendosi carico delle loro attese e delle loro speranze, delle loro sofferenze e povertà, della ricerca di un’umanità piena».

Truffelli insiste sulla necessità di «un cammino da compiere a partire dai più deboli», procedendo «con il passo di chi resta indietro, di chi fa più fatica o ha più pesi da portare. Questo deve essere sempre di più il criterio che scandisce il ritmo delle nostre associazioni e il metro su cui valutare le nostre proposte». «Questo – puntualizza Matteo Truffelli – non significa affatto abbandonare la parrocchia e i gruppi di formazione che vivono in essa, preziose occasioni di crescita umana, spirituale, culturale e relazionale per tantissimi bambini, ragazzi, giovani e adulti del nostro Paese. Significa invece accentuare la dimensione dell’ascolto nei confronti delle esigenze, delle fatiche e delle aspettative di coloro che vorremmo raggiungere dentro e fuori le mura delle nostre chiese, rimodulando la vita dell’associazione per renderla più aderente alla vita concreta delle persone, delle famiglie, delle comunità». Il presidente dell’Ac aggiunge: «Se vogliamo essere un’Azione cattolica in uscita per una Chiesa in uscita, non possiamo continuare semplicemente a fare tutto come facevamo cinquanta, dieci, cinque anni fa. I grandi cambiamenti sociali e culturali in atto, la frammentazione degli spazi e dei tempi della vita richiedono uno sforzo di creatività e di generosità per offrire alle persone un cammino alla loro portata, consentendogli così di vivere un’esperienza seria, gioiosa e ricca di Chiesa».