Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: AI VESCOVI COLOMBIANI, “VICINI A SEQUESTRATI, POVERI, MIGRANTI”

Un incoraggiamento alla Chiesa in Colombia perché continui ad occuparsi delle “persone private della libertà a causa di una violenza iniqua” e a moltiplicare “gli strumenti e i programmi per accompagnare amorosamente” le “vittime di disastri naturali, i più poveri, i contadini, i malati e gli afflitti”, chi è costretto ad emigrare a causa della disoccupazione o perché forzato “a lasciare le case e abbandonare le famiglie per colpa della mano oscura del terrore e della criminalità”. Lo ha rivolto oggi Benedetto XVI ai vescovi della Colombia ricevuti in Vaticano in visita ad limina (primo gruppo), guidati da mons. Rubèn Salazar Gòmez, arcivescovo di Bogotà e presidente della Conferenza episcopale della Colombia. Il Papa ha osservato che anche la Colombia “non è immune dalle conseguenze della dimenticanza di Dio” vista “la crisi di valori spirituali e morali che incide negativamente su molti connazionali”. “Il crescente pluralismo – ha detto – è un fattore da prendere in seria considerazione. La presenza sempre più attiva di comunità pentecostali ed evangeliche, non solo in Colombia ma anche in molte regioni dell’America Latina, non può essere ignorata o sminuita. In questo senso, il popolo di Dio è chiamato a purificarsi e a rivitalizzare la propria fede”. “Si tratta – ha precisato – di essere migliori credenti, più pii, gentili ed accoglienti, nelle nostre parrocchie e comunità, per non far sentire nessuno lontano o escluso”. E’ quindi necessario “potenziare la catechesi, con speciale attenzione ai giovani e agli adulti, preparare con cura le omelie e promuovere l’insegnamento della dottrina cattolica nelle scuole e nelle università”. Secondo il Papa è anche importante riferirsi “alla tradizione ecclesiale, incrementare la spiritualità marina e valorizzare la ricca diversità devozionale”. Bisogna, inoltre, “facilitare uno scambio sereno e aperto con gli altri cristiani, senza perdere la propria identità”, per “migliorare le relazioni e superare sfiducia reciproca e inutili scontri”. (Sir)