Vita Chiesa
BENEDETTO XVI AI VESCOVI ITALIANI: ANNUNCIARE IL VANGELO ALLA NOSTRA GENTE, AI POPOLI, AGLI IMMIGRATI, AI GIOVANI
La necessità di un irrobustimento della formazione cristiana mediante una catechesi più sostanziosa; l’impegno costante di mettere Dio sempre più al centro della vita delle nostre comunità; grande cura per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, come anche la sollecitudine per la formazione permanente e per le condizioni in cui vivono e operano i sacerdoti sono queste le principali urgenze della Chiesa italiana che oggi Benedetto XVI ha ricordato ai vescovi della Cei riuniti per la loro 57a assemblea plenaria. A fianco di consolanti realtà positive emerse durante la recente visita ad limina da cui ho imparato la geografia interiore dell’Italia, ha aggiunto a braccio, in Italia la fede è viva e profondamente radicata e la Chiesa è una realtà di popolo, capillarmente vicina alle persone e alle famiglie. Il Papa ha quindi ricordato il peso di una cultura improntata al relativismo morale, povera di certezze e ricca invece di rivendicazioni non di rado ingiustificate. Da qui l’appello ai presuli: come Vescovi italiani voi avete una precisa responsabilità non solo verso le Chiese a voi affidate ma anche verso l’intera Nazione. Nel pieno e cordiale rispetto della distinzione tra Chiesa e politica non possiamo non preoccuparci infatti di ciò che è buono per l’uomo, creatura e immagine di Dio: in concreto, del bene comune dell’Italia.
Una chiara testimonianza di questa attenzione è, per il Pontefice, la Nota del Consiglio episcopale permanente riguardo alla famiglia fondata sul matrimonio e alle iniziative legislative in materia di unioni di fatto. Non è mancato un cenno al Family Day che ha confermato come la famiglia stessa sia profondamente radicata nel cuore e nella vita degli italiani. Questo evento ha detto Benedetto XVI – ha certamente contribuito a rendere visibile a tutti quel significato e quel ruolo della famiglia nella società che ha particolarmente bisogno di essere compreso e riconosciuto oggi, di fronte a una cultura che si illude di favorire la felicità delle persone insistendo unilateralmente sulla libertà dei singoli individui. Pertanto ogni iniziativa dello Stato a favore della famiglia come tale non può che essere apprezzata e incoraggiata. Non meno importante per il Papa è l’attenzione ai veri bisogni della gente che si esprime nel servizio quotidiano alle molte povertà, antiche e nuove, visibili o nascoste. E’ un servizio ha detto – nel quale si prodigano tante realtà ecclesiali, a cominciare dalle vostre Diocesi, dalle parrocchie, dalla Caritas e da molte altre organizzazioni di volontariato. Insistete, cari fratelli vescovi, nel promuovere e animare questo servizio.
Riferendosi al Convegno ecclesiale di Verona, il Papa ha esortato i presuli a proseguire il cammino intrapreso e si è detto lieto per l’approvazione della Nota pastorale che ne rilancia i frutti, in particolare quel grande si’ che Dio in Gesù Cristo ha detto all’uomo e alla sua vita, all’amore umano, alla nostra libertà e alla nostra intelligenza. E’ molto importante che quello spirito di comunione e quella volontà di testimonianza missionaria che hanno animato e sostenuto il cammino preparatorio e poi la celebrazione del Convegno continuino ad alimentare la vita e l’impegno multiforme della Chiesa in Italia. Per Benedetto XVI, la fede cattolica e la presenza della Chiesa rimangono il grande fattore unificante di questa amata Nazione ed un prezioso serbatoio di energie morali per il suo futuro. Il Papa ha quindi invitato i vescovi ad abbracciare la prospettiva di evangelizzazione: si tratta di annunciare e testimoniare il medesimo Gesù Cristo, sia ai popoli che si stanno per la prima volta aprendo alla fede, sia ai figli di quei popoli che ora vengono a vivere e a lavorare in Italia, sia anche alla nostra gente, che a volte si è allontanata dalla fede ed è sottoposta alla pressione di quelle tendenze secolarizzatrici che vorrebbero dominare la società e la cultura in questo Paese.
Tuttavia, ha aggiunto il Papa, davanti a stima e rispetto verso le altre religioni e culture, non può diminuire la consapevolezza dell’originalità, pienezza e unicità della rivelazione del vero Dio e nemmeno può attenuarsi o indebolirsi la vocazione missionaria della Chiesa. Al termine del suo intervento il Papa ha ricordato l’incontro a Loreto (settembre 2007) con i giovani. Sappiamo bene che la formazione cristiana delle nuove generazioni è il compito forse più difficile, ma sommamente importante che sta davanti alla Chiesa. Andremo a Loreto perché la Vergine Maria li aiuti ad innamorarsi sempre più di Gesù Cristo. E a proposito di giovani Benedetto ha toccato il tema delle vocazioni al sacerdozio affermando che il numero troppo esiguo di giovani sacerdoti rappresenta già adesso un serio problema per l’azione pastorale.