Vita Chiesa

BENEDETTO XVI AL NUOVO AMBASCIATORE DI TIMOR EST: «PIENA E LEALE COLLABORAZIONE»

Nel ricevere le Lettere credenziali di Justino Maria Aparício Guterres come ambasciatore straordinario plenipenitenziario della Repubblica democratica di Timor Est presso la Santa Sede, questa mattina, Benedetto XVI le ha definite un “coronamento dei vincoli tra il popolo timorense e la Sede apostolica”, che ha assunto “forma di relazione diplomatica” dal 20 maggio del 2002, data di elezione del presidente uscente Kay Rala Xanana Gusmão, al quale il Papa ha rivolto un pensiero. Nell’augurare “buon lavoro” e il “miglior successo” per “l’incarico di grande fiducia”, il Papa ha espresso il suo “affetto per le figlie e i figli” di Timor. Poi, il saluto per il nuovo presidente di Timor orientale, José Ramos Horta, eletto con “una grande affluenza alle urne – ha detto il Papa – segno di maturità civica del popolo timorense”, che “fa ben sperar” nel “processo di costruzione di uno Stato di diritto democratico”. “Ai nuovi servitori di questo popolo, che ha molto sofferto – ha continuato – chiedo di non deludere queste speranze, ma di impegnarsi a fondo per una progressiva democratizzazione della società, favorendo la partecipazione di tutti alla vita pubblica, in modo che ogni gruppo o settore sia rappresentato e tutelato giuridicamente”.

Il mondo “ha assistito, incredulo e preoccupato, alla grave crisi che ha travolto la vita nazionale di Timor Est nell’ultimo biennio, generata dalla disperazione di alcuni e dall’impazienza di altri,”, con la comparsa di “fantasmi del passato”, quali “sospetto e divisione”, ha detto il Papa al nuovo ambasciatore straordinario plenipenitenziario della Repubblica democratica di Timor Est presso la Santa Sede. Nel ricordo degli ultimi “tragici” eventi, “governo e opposizione devono essere solleciti – ha detto il Papa – nell’intraprendere la via del dialogo e della collaborazione, evitando la tentazione del conflitto con l’avversario politico”, che sarebbe “moralmente inaccettabile”. Si tratta di una “responsabilità della vita sociale, politica ed economica di Timor Est difficile e non priva di ostacoli”. Poi, il Papa ha aggiunto: “Faccio appello alla fede cristiana che da quattrocento anni è radicata nella vostra patria”. Quasi il 98% della popolazione timorense ha “conosciuto la Chiesa quale ispiratrice e promotrice, attraverso i suoi pastori, di una cultura di solidarietà e convivenza pacifica”, di “preferenza per i poveri e gli emarginati”.

Nel discorso Benedetto XVI ha detto che spetta ai vescovi timorensi “indicare la strada maestra verso un futuro di pace e di prosperità”, rifiutando ogni “violenza e risentimento”. Il Papa ha rivolto un “appello” alle autorità politiche, affinché “facciano il possibile per restaurare un ordine pubblico efficiente, con buone leggi, per restituire ai cittadini sicurezza nella vita quotidiana”, nella “garanzia della libertà e dei diritti della persona umana”, da riconoscere “sul piano spirituale” come “valore fondamentale”, e anche “nelle strutture sociali alle quali partecipa”. La Santa Sede “si preoccupa della difesa della persona e dei poveri” e, a questo fine, “offre la propria collaborazione alla vita nazionale e internazionale”, ha detto il Papa. Occorre agire per “un’autentica integrazione dei poveri nell’ordine mondiale”. Per questo, la Chiesa, “più che proporre programmi concreti”, fa “ciò che le compete”, “illuminare la coscienza morale dei responsabili politici, economici e finanziari”, ponendo “il principio di solidarietà a fondamento di un’autentica economia di comunione e partecipazione dei beni”.

Attraverso “assistenza tecnica e formazione appropriata”, bisogna “incoraggiare il Paese a favorire la stabilizzazione delle istituzioni democratiche, valorizzare le risorse interne e assicurare alla popolazione una dignitosa educazione morale, civile e intellettuale”, ha detto ancora il Papa al nuovo ambasciatore della Repubblica di Timor Est presso la Santa Sede. Per il Papa, le Nazioni Unite devono affiancare Timor orientale anche nella “fase di consolidamento nazionale”, con un’attenzione ai problemi dei poveri, che hanno “ripercussioni anche di ordine morale”. I “vescovi, i sacerdoti, e le comunità religiose di Timor Est sono incessantemente impegnati nella missione di evangelizzazione, assistenza e carità”. “Uomini e donne, chiamati a una vocazione di servizio disinteressato – ha detto il Papa – dedicano la loro vita ad alleviare i dolori, istruire ed educare”, portando “aiuto e conforto, infondendo amore e speranza”. In conclusione, Benedetto XVI ha offerto la “piena e leale collaborazione del Papa alla realizzazione del ministero apostolico”, affidando Timor Est alla protezione della Vergine Maria.

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