Vita Chiesa

BENEDETTO XVI AL REGINA CAELI: «LA CHIESA PARLA TUTTE LE LINGUE E VA INCONTRO A TUTTE LE CULTURE»

Nello “straordinario avvenimento” della Pentecoste “troviamo le note essenziali e qualificanti della Chiesa”: una, santa, cattolica, apostolica. Lo ha detto, ieri mattina, Benedetto XVI, prima di introdurre la recita del Regina Caeli, da piazza San Pietro. Con “la grande festa della Pentecoste”, ha spiegato il Papa, “la liturgia ci fa rivivere la nascita della Chiesa”, secondo quanto narra san Luca negli Atti degli Apostoli: “Cinquanta giorni dopo la Pasqua, lo Spirito Santo scese sulla comunità dei discepoli, ‘assidui e concordi nella preghiera’, radunati ‘con Maria, la madre di Gesù’ e con i dodici Apostoli. Possiamo quindi dire che la Chiesa ebbe il suo solenne inizio con la discesa dello Spirito Santo”. La Chiesa, ha chiarito il Santo Padre, “è una, come la comunità di Pentecoste, che era unita nella preghiera e ‘concorde’: ‘aveva un cuore solo e un’anima sola’”; “è santa, non per i suoi meriti, ma perché, animata dallo Spirito Santo, tiene fisso lo sguardo su Cristo, per diventare conforme a Lui e al suo amore”; “è cattolica, perché il Vangelo è destinato a tutti i popoli e per questo, già all’inizio, lo Spirito Santo fa sì che essa parli tutte le lingue”; “è apostolica, perché, edificata sopra il fondamento degli Apostoli, custodisce fedelmente il loro insegnamento attraverso la catena ininterrotta della successione apostolica”.

La Chiesa, ha aggiunto Benedetto XVI, “è per sua natura missionaria, e dal giorno di Pentecoste lo Spirito Santo non cessa di spingerla sulle strade del mondo, fino agli estremi confini della terra e fino alla fine dei tempi”. Questa realtà, ha osservato il Papa, “che possiamo verificare in ogni epoca è già come anticipata nel Libro degli Atti, dove si descrive il passaggio del Vangelo dagli Ebrei ai pagani, da Gerusalemme a Roma. Roma sta ad indicare il mondo dei pagani, e così tutti i popoli che sono al di fuori dell’antico popolo di Dio”. In effetti, “gli Atti si concludono con l’arrivo del Vangelo a Roma. Si può allora dire – ha evidenziato il Pontefice – che Roma è il nome concreto della cattolicità e della missionarietà, esprime la fedeltà alle origini, alla Chiesa di tutti i tempi, a una Chiesa che parla tutte le lingue e va incontro a tutte le culture”. La prima Pentecoste, ha ricordato il Santo Padre, “avvenne quando Maria Santissima era presente in mezzo ai discepoli nel Cenacolo di Gerusalemme e pregava”: perciò, ha concluso, “anche oggi ci affidiamo alla sua materna intercessione, affinché lo Spirito Santo scenda in abbondanza sulla Chiesa del nostro tempo, riempia i cuori di tutti i fedeli e accenda in essi, in noi, il fuoco del suo amore”.

Dopo la recita del Regina Caeli, il Papa, salutando i pellegrini di lingua francese ha ribadito l’auspicio che lo Spirito di Pentecoste “susciti nuovi operatori di pace”. In polacco, ha salutato i membri del Movimento delle Famiglie Nazaretane. “Nella solennità della Pentecoste – ha detto – ricordiamo gli inizi della Chiesa, ringraziamo per il suo sviluppo e chiediamo abbondanti doni per tutti i credenti. La luce dello Spirito rischiari le vie della santità e la sua potenza cambi il volto della terra”. Poi, in tedesco, ha ringraziato le bande musicali tedesche e austriache, che hanno preso parte ad una parata dedicata al Santo Padre in occasione del suo 80° compleanno. Infine, in italiano, un pensiero speciale a quanti soffrono a causa di gravi malattie: “In questa giornata, che le autorità italiane hanno dedicato in modo speciale al ‘sollievo della sofferenza’ dei malati gravi, assicuro la mia preghiera per i pazienti e per quanti si impegnano ad assicurare loro cure adeguate, ma anche speranza e sostegno”.

Sir