Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, ANGELUS: APPELLO PER ALLUVIONATI DI FILIPPINE E CINA E TERREMOTATI IN IRAN

«Vi invito ad unirvi alla mia preghiera per quanti hanno perso la vita e per tutte le persone provate da così devastanti calamità. Non manchi a questi fratelli la nostra solidarietà e il nostro sostegno». Così oggi il Papa, durante l’Angelus a Castel Gandolfo, a proposito delle violenti piogge che hanno colpito Cina e Filippine e del forte terremoto che ieri ha sconvolto il Nord-Ovest dell’Iran. Un appello che si ricollega alla sua catechesi in cui commenta il discorso di Gesù sul pane disceso dal cielo. “Mangiato con fede – sottolinea – questo pane trasforma la nostra vita e ci incoraggia a condividere” quanto abbiamo “con i nostri fratelli e sorelle che hanno fame di cibo materiale e spirituale e soprattutto di amore e di speranza”.

Il Papa ha spiegato cosa vuol dire Gesù quando con la moltiplicazione dei pani e dei pesci sfama una folla di cinquemila uomini: “Gesù vuole aiutarli a comprendere il significato profondo del prodigio che ha operato: nel saziare in modo miracoloso la loro fame fisica, li dispone ad accogliere l’annuncio che Egli è il pane disceso dal cielo (cfr Gv 6,41), che sazia in modo definitivo”. Ricorda che anche il popolo ebraico, durante il lungo cammino nel deserto aveva sperimentato un pane disceso dal cielo, la manna, che lo aveva mantenuto in vita. Ora, Gesù parla di sé come del vero pane disceso dal cielo, capace di mantenere in vita per sempre. Nel pensiero ebraico – ha osservato – “era chiaro che il vero pane del cielo, che nutriva Israele, era la Legge, la parola di Dio”: “Ora Gesù, nel manifestarsi come il pane del cielo, testimonia di essere Lui la Parola di Dio in persona, la Parola incarnata, attraverso cui l’uomo può fare della volontà di Dio il suo cibo (cfr Gv 4,34), che orienta e sostiene l’esistenza. Dubitare allora della divinità di Gesù, come fanno i Giudei del passo evangelico di oggi, significa opporsi all’opera di Dio”.

I Giudei – ha spiegato ancora il Papa – “non vanno oltre le origini terrene di Gesù e per questo si rifiutano di accoglierlo come la Parola di Dio fattasi carne”. Come dice Sant’Agostino “erano lontani da quel pane celeste, ed erano incapaci di sentirne la fame”: “E dobbiamo chiederci se noi realmente sentiamo questa fame, la fame della Parola di Dio, la fame di conoscere il vero senso della vita. Solo chi è attirato da Dio Padre, chi lo ascolta e si lascia istruire da Lui può credere in Gesù, incontrarlo e nutrirsi di Lui e così trovare la vera vita, la strada della vita, la giustizia, la verità, l’amore”. (Fonte: Radio Vaticana)