Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, ANGELUS: SIA ASSICURATA A TUTTI LA LIBERTÀ RELIGIOSA

“La solennità di Cristo Re venne istituita dal Papa Pio XI nel 1925 e, in seguito, dopo il Concilio Vaticano II, venne collocata a conclusione dell’anno liturgico. Il Vangelo di san Luca presenta, come in un grande quadro, la regalità di Gesù nel momento della crocifissione”, ha ricordato, ieri mattina, Benedetto XVI, prima di guidare l’Angelus, da piazza San Pietro. Eppure, proprio “sulla croce Gesù è all’‘altezza’ di Dio, che è Amore”. Infatti, “mentre il Signore sembra confondersi tra due malfattori, uno di essi, consapevole dei propri peccati, si apre alla verità, giunge alla fede e prega ‘il re dei Giudei’”. Da Gesù il cosiddetto “buon ladrone” riceve immediatamente “il perdono e la gioia di entrare nel Regno dei Cieli. ‘In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso’. Con queste parole, Gesù, dal trono della croce, accoglie ogni uomo con infinita misericordia”. Il Santo Padre ha ricordato il commento di Sant’Ambrogio a questo passo del Vangelo: “È un bell’esempio della conversione a cui bisogna aspirare: ben presto al ladrone viene concesso il perdono, e la grazia è più abbondante della richiesta; il Signore, infatti – dice Ambrogio – accorda sempre di più di quello che si chiede. La vita è stare con Cristo, perché dove c’è Cristo là c’è il Regno”.“La via dell’amore, che il Signore ci rivela e che ci invita a percorrere, la possiamo contemplare anche nell’arte cristiana”, ha spiegato ieri mattina Benedetto XVI, prima di recitare l’Angelus da piazza San Pietro. Infatti, “anticamente, ‘nella conformazione degli edifici sacri diventò abituale rappresentare sul lato orientale il Signore che ritorna come re – l’immagine della speranza – [e …] sul lato occidentale il Giudizio finale come immagine della responsabilità per la nostra vita’: speranza nell’amore infinito di Dio e impegno di ordinare la nostra vita secondo l’amore di Dio”. “Quando contempliamo le raffigurazioni di Gesù ispirate al Nuovo Testamento – come insegna un antico Concilio – siamo condotti a ‘comprendere la sublimità dell’umiliazione del Verbo di Dio e a ricordare la sua vita nella carne, la sua passione e morte salvifica, e la redenzione che di lì è derivata al mondo’”, ha aggiunto il Papa. E in effetti, “ne abbiamo bisogno, proprio per diventare capaci di riconoscere nel cuore trafitto del Crocifisso il mistero di Dio”. “Alla Vergine Maria, nell’odierna ricorrenza della sua Presentazione al Tempio (domenica 21 novembre, ndr), affidiamo i neo-porporati del Collegio cardinalizio e il nostro pellegrinaggio terreno verso l’eternità”.Benedetto XVI, ieri mattina, dopo la recita dell’Angelus ha ricordato che “in Italia, su invito dei vescovi, le comunità ecclesiali pregano per i cristiani che soffrono persecuzioni e discriminazioni, specialmente in Iraq. Mi unisco a questa corale invocazione al Dio della vita e della pace, affinché in ogni parte del mondo sia assicurata a tutti la libertà religiosa. Sono vicino a questi fratelli e sorelle per l’alta testimonianza di fede che rendono a Dio”. Rammentando, poi, che ieri era la memoria della Presentazione al Tempio della Beata Vergine Maria, il Papa ha affermato: “La Chiesa si stringe con particolare affetto alle monache e ai monaci di clausura: è la ‘Giornata pro Orantibus’, che rinnova anche l’invito a sostenere concretamente queste comunità”. Sempre ieri ricorreva la “Giornata delle vittime della strada”. “Mentre assicuro il mio ricordo nella preghiera – ha detto il Pontefice -, incoraggio a proseguire nell’impegno della prevenzione, che sta dando buoni risultati, ricordando sempre che la prudenza e il rispetto delle norme sono la prima forma di tutela di sé e degli altri”. Nei saluti plurilingue il Santo Padre ha ricordato che ieri in Polonia per la decima volta iniziava l’azione “Pacchetto nobile”, auspicando che “si sviluppi quest’opera di misericordia per il bene dei bisognosi e di coloro che portano aiuto”.Sir