Vita Chiesa

BENEDETTO XVI: «DIO SORPRENDE LE NOSTRE ATTESE, FACENDOSI TROVARE DOVE NON CE LO ASPETTEREMMO»

La figura dell’Apostolo Bartolomeo è stata oggi al centro della catechesi di Benedetto XVI, pronunciata durante l’udienza generale del mercoledì, davanti a oltre 30mila fedeli provenienti da una quarantina di Paesi dei cinque continenti. Famoso nei Vangeli per l’enigmatico episodio in cui Gesù gli dice: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico”, ha detto il Papa, Bartolomeo è anche conosciuto per aver detto a proposito della provenienza di Gesù: “Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?”. Il Papa ha notato, a questo riguardo, che il suo è stato “un pregiudizio piuttosto pesante” e che “questa contestazione è, a suo modo, importante per noi. Essa, infatti, ci fa vedere che, secondo le attese giudaiche,il Messia non poteva provenire da un villaggio tanto oscuro come era appunto Nararet. Al tempo stesso però – ha sottolineato Benedetto XVI – pone in evidenza la libertà di Dio , che sorprende le nostre attese facendosi trovare proprio là dove non ce lo aspetteremmo”. Prima dell’udienza il Papa si è trattenuto in via delle Fondamenta, presso la basilica, per benedire la statuadi S.Genoveffa Torres Morales fondatrice delle suore del S.Cuore di Gesù e dei Santi Angeli.

“La nostra conoscenza di Gesù ha bisogno soprattutto di un’esperienza viva”: ha detto oggi il Papa durante l’udienza generale del mercoledì, riferendosi alla figura di Bartolomeo, l’apostolo di cui ha tracciato una profilo umano e spirituale, dopo aver rilevato che nei Vangeli egli “non si trova mai al centro di nessuna narrazione”. Come Bartolomeo che – ha detto – “tradizionalmente viene identificato con Natanaele, dobbiamo essere noi stessi a venir coinvolti personalmente in una relazione intima e profonda con Gesù”. Nel suo caso, si è trattato dell’episodio del “fico”, quando Gesù gli disse: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico”, ha ricordato Benedetto XVI. La “confessione di fede” di Natanaele, avvenuta a questa rivelazione, è stata: “Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele”. Questa duplice definizione di Natanaele ha una sua particolare importanza – ha proseguito il Papa – perchè “pone in luce un doppio, complementare aspetto dell’identità di Gesù: Egli è riconosciuto sia nel suo rapporto speciale con Dio Padre, di cui è il Figlio unigenito; sia in quello con il popolo di Israele, di cui è dichiarato re,qualifica propria del Messia atteso”.

Parlando dell’apostolo Bartolomeo, il Papa ha voluto delinearne alcuni tratti biografici probabilmente sconosciuti ai più. Ha infatti ricordato che “secondo un’informazione riferita dallo storico Eusebio del secolo IV, un certo Panteno avrebbe trovato addirittura in India i segni di una presenza di Bartolomeo. Nella tradizione posteriore, a partire dal Medioevo, si impose il racconto della sua morte per scuoiamento, che divenne poi molto popolare”. Ha così richiamato l’immagine del “Giudizio universale” nella Cappella Sistina, dove “Michelangelo dipinse san Bartolomeo che regge con la mano sinistra la sua pelle, sulla quale l’artista lasciò il suo autoritratto”. Benedetto XVI ha poi ricordato che le reliquie del santo sono venerate a Roma nella chiesa a lui dedicata sull’Isola Tiberina. Concludendo, il Papa ha ricordato che San Bartolomeo dice “che l’adesione a Gesù può essere vissuta e testimoniata anche senza il compimento di opere sensazionali. Straordinario è e resta Gesù stesso”.Sir