La consistenza e la crescita dell’umanità hanno in Cristo la radice, il perno vitale, il principio. A ribadirlo è stato oggi il Papa, che durante l’udienza generale in piazza San Pietro è tornato sul tema del primato di Gesù nel creato e nella storia. Commentando il cantico che apre la lettera di San Paolo ai Colossesi (Col 1,3.12-20), Benedetto XVI ha sottolineato (aggiungendo a braccio alcune espressioni rispetto al testo scritto) che il primo imperativo del brano consiste nell’invitare i fedeli a modellare continuamente il nostro essere, la nostra vita, la nostra immagine su quella del Figlio di Dio, entrando nei suoi sentimenti, nella sua volontà, nel suo pensiero. Cristo è infatti sia il principio di coesione, sia il mediatore, sia la destinazione finale verso cui converge tutto il creato, nonché Signore della storia, in quanto capo del corpo, cioè della Chiesa. Gesù, ha spiegato infatti il Santo Padre, è entrato nella comunità umana, per reggerla e comporla n un corpo’, cioè in una unità armoniosa e feconda. Una pienezza, questa, che si irradia sia nell’universo sia nell’umanità, divenendo sorgente di pace, di unità, di armonia perfetta. Riconciliazione, unità, armonia e pace sono dunque i frutti della riconciliazione e rappacificazione operata da Cristo, che ha commentato il Papa – versando il suo sangue e donando se stesso, ha effuso la pace, nel linguaggio biblico sintesi dei beni messianici e pienezza salvifica estesa a tutta la realtà creata. Salutando i pellegrini italiani, Benedetto XVI ha inviato infine augurato ai fedeli di lasciarsi sempre illuminare da Cristo, per rendere testimonianza della sua presenza salvifica in ogni ambiente. Sir