Vita Chiesa

BENEDETTO XVI IN AUSTRIA: VESPRI; POVERTÀ, CASTITÀ E OBBEDIENZA LE TRE CARATTERISTICHE DELLA SEQUELA DI CRISTO

“Il centro della missione di Gesù Cristo e di tutti i cristiani è l’annuncio del Regno di Dio. Questo annuncio nel nome di Cristo significa per la Chiesa, per i sacerdoti, i religiosi e le religiose, come per tutti i battezzati, l’impegno di essere presenti nel mondo come suoi testimoni: voi rendete testimonianza di un senso che è radicato nell’amore creativo di Dio e si oppone a ogni insensatezza e ad ogni disperazione”. Lo ha detto, oggi pomeriggio, Benedetto XVI, durante i vespri mariani, celebrati nella basilica di Mariazell, in Austria, con sacerdoti, religiosi, diaconi e seminaristi. “Voi – ha aggiunto – state dalla parte di coloro che cercano faticosamente questo senso, dalla parte di tutti coloro che vogliono dare alla vita una forma positiva. Pregando e chiedendo, siete gli avvocati di coloro che sono alla ricerca di Dio. Voi rendete testimonianza di una speranza che, contro ogni disperazione muta o manifesta, rimanda alla fedeltà e all’attenzione amorevole di Dio”. “Fate brillare – ha esortato – la vostra luce nella nostra società, nella politica, nel mondo dell’economia, nel mondo della cultura e della ricerca. Anche se è solo un piccolo lume in mezzo a tanti fuochi fatui, esso tuttavia riceve la sua forza e il suo splendore dalla grande Stella del mattino, il Cristo risorto, la cui luce brilla e non tramonterà mai”.

Sono tre le “caratteristiche” o i “consigli evangelici” “divenute le componenti determinanti di una vita impegnata nella sequela radicale di Cristo: povertà, castità ed obbedienza”. Benedetto XVI, nei vespri mariani di oggi pomeriggio alla basilica di Mariazell, ha invitato a riflettere “un po’ su queste caratteristiche”. Per quanto riguarda la povertà, “chi vuol seguire Cristo in modo radicale, deve decisamente rinunciare ai beni materiali”, vivendo questa povertà “a partire da Cristo, come un diventare interiormente libero per Dio e per il prossimo”. “Sacerdoti, religiosi e religiose – ha proseguito il Papa, facendo riferimento alla seconda caratteristica – non vivono senza connessioni interpersonali. Con il voto di castità nel celibato non si consacrano all’individualismo o ad una vita isolata, ma promettono solennemente di porre totalmente e senza riserve al servizio del Regno di Dio gli intensi rapporti di cui sono capaci e che ricevono come un dono”. In questo modo “essi stessi diventano uomini e donne della speranza: contando totalmente su Dio, creano spazio alla sua presenza – alla presenza del Regno di Dio – nel mondo”.

Rispetto all’obbedienza, “i cristiani – ha affermato Benedetto XVI – hanno sempre sperimentato che, abbandonandosi alla volontà del Padre, non si perdono, ma trovano la via verso una profonda identità e libertà interiore”. Insomma, “ascoltare Dio e obbedirgli non ha niente a che fare con costrizione dall’esterno e perdita di se stesso. Solo entrando nella volontà di Dio raggiungiamo la nostra vera identità”. Per il Papa, “la testimonianza di questa esperienza è oggi necessaria al mondo proprio in rapporto al suo desiderio di autorealizzazione e autodeterminazione”. Ricordando la “conversione” di Romano Guardini e la sua ricerca di Cristo, il Santo Padre ha evidenziato: “Gesù è presente a noi in modo concreto solo nel suo corpo, la Chiesa. Per questo l’obbedienza alla volontà di Dio, l’obbedienza a Gesù Cristo, nella prassi deve essere molto concretamente un’umile obbedienza alla Chiesa. Anche su questo dovremmo sempre di nuovo fare un profondo esame di coscienza”. “Al ringraziamento per la vostra preghiera e il vostro lavoro nella vigna del Signore – ha concluso Benedetto XVI – unisco la mia supplica a Dio, affinché doni protezione e benessere a tutti voi, alla gente, in particolare ai giovani, qui in Austria e nei vari Paesi dai quali non pochi di voi provengono”.

Sir