Proprio per la ricchezza dei simboli e dei testi biblici e liturgici, il Mercoledì delle Ceneri viene considerato la porta della Quaresima. Così Benedetto XVI, durante la celebrazione eucaristica presieduta oggi pomeriggio durante la stazione nella basilica di Santa Sabina all’Aventino, che si è conclusa con il rito di benedizione e l’imposizione delle ceneri. In effetti ha spiegato il Pontefice, giunto in basilica al termine della processione penitenziale partita dalla vicina chiesa di Sant’Anselmo -, l’odierna liturgia ed i gesti che la contrassegnano anticipano in modo sintetico la fisionomia stessa dell’intero periodo quaresimale. Facendo suoi gli appelli alla conversione della Prima e della Seconda lettura, il Papa ha affermato che tale invito risuona quest’oggi con tutta la sua forza, perché la sua eco ci accompagni in ogni momento della vita. Nella conversione del cuore a Dio la liturgia indica la dimensione fondamentale del tempo quaresimale. Di qui il rito dell’imposizione delle ceneri che, ha spiegato Benedetto XVI, riveste un duplice significato: il primo relativo al cambiamento interiore; mentre il secondo richiama la precarietà dell’umana condizione. L’antica liturgia romana – ha spiegato ancora Benedetto XVI -, attraverso le stazioni quaresimali, aveva elaborato una singolare geografia della fede nata dall’idea che con l’arrivo degli apostoli Pietro e Paolo Gerusalemme si fosse trasferita a Roma. Questa nuova geografia spirituale ha precisato il Pontefice – non é un semplice ricordo del passato, né una vuota anticipazione del futuro; al contrario, intende aiutare i fedeli a percorrere il cammino della conversione. Parlando degli strumenti utili a tale rinnovamento: opere di carità (elemosina), preghiera, e penitenza (digiuno), il Papa ha precisato che il digiuno, al quale la Chiesa ci invita in questo tempo forte, non nasce da motivazioni di ordine fisico od estetico, ma scaturisce dall’esigenza dell’uomo di purificazione interiore dall’inquinamento del peccato e del male; di educazione a quelle salutari rinunce che affrancano il credente dalla schiavitù del proprio io; di maggiore attenzione all’ascolto di Dio. Per questo, il digiuno e le altre pratiche quaresimali sono considerate dalla tradizione cristiana armi’ spirituali per combattere il male, le passioni cattive e i vizi.Sir