Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA GENERALE: LA BIBBIA STIMOLO E SORGENTE DELLA VITA CRISTIANA

“Accostare i testi biblici, soprattutto il Nuovo Testamento, è essenziale per il credente”, perché “ignorare la Scrittura è ignorare Cristo”. A ribadirlo è stato il Papa, che anche oggi – come nell’udienza generale di mercoledì scorso – è tornato a riflettere sulla figura di San Giorolamo, “dottore eminente nel’interpretazione delle Sacre Scritture”. La Bibbia, per San Girolamo, è “stimolo e sorgente della vita cristiana per tutte le situazioni e per ogni persona”, ha sottolineato il Papa, secondo il quale “leggere la Scrittura è conversare con Dio”. Nella prospettiva cristiana, “lo studio e la meditazione della Scrittura rendono l’uomo saggio e sereno”, ma “ per penetrare sempre più profondamente la Parola di Dio è necessaria un’applicazione costante e progressiva”. “Solo un profondo spirito di preghiera e l’aiuto dello Spirito Santo possono introdurci alla comprensione della Bibbia”, ha ammonito il Santo Padre, puntualizzando come “per Girolamo un fondamentale criterio di metodo nell’interpretazione delle Scritture era la sintonia con il magistero della Chiesa. Per lui un’autentica interpretazione della Bibbia doveva essere sempre in armonica concordanza con la fede della Chiesa cattolica”. “Ogni cristiano”, dichiarava “senza mezzi termini” san Girolamo, “deve essere in comunione con la Cattedra di san Pietro”. “È la Sacra Scrittura che ci offre la guida dell’educazione,e così del vero umanesimo”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, soffermandosi ancora una volta – in un’udienza generale bagnata dalla pioggia, di fronte a circa 13 mila persone – sulla figura di San Girolamo e sulla sua “pedagogia cristiana”. “Vediamo proprio oggi – ha detto Benedetto XVI fuori testo – come l’educazione alla responsabilità davanti a Dio e all’uomo è la vera condizione di ogni progresso, di ogni pace, di ogni riconciliazione”. Tra i contenuti di questa “educazione davanti a Dio e davanti all’uomo”, a partire dalle Scritture,in Girolamo ritroviamo secondo il Papa “l’importanza attribuita a una sana educazione fin dalla prima infanzia, la peculiare responsabilità riconosciuta ai genitori, l’urgenza di una seria formazione morale e religiosa, l’esigenza dello studio per una più completa formazione umana”. Inoltre, “un aspetto abbastanza disatteso ai tempi antichi, ma ritenuto vitale dal nostro autore, è la promozione della donna, a cui riconosce il diritto ad una formazione completa”. Il Papa ha concluso la catechesi ricordando l’”efficace contributo” dato da Girolamo “alla salvaguardia degli elementi positivi e validi delle antiche culture ebraica, greca e romana, nella nascente civiltà cristiana”.La “coerenza” è indispensabile per ogni cristiano, e particolarmente per il predicatore,affinché le sue azioni, quando fossero discordanti rispetto ai discorsi, non lo mettano in imbarazzo”. Soffermandosi,ancora una volta, sulla figura di S. Girolamo, il Papa durante l’udienza generale di oggi in piazza S. Pietro ha ribadito la necessità di “accordare la vita con la Parola divina”. In tema di coerenza, Girolamo ammonisce che “il Vangelo deve tradursi in atteggiamenti di vera carità”: di qui la necessità di “vestire Cristo nei poveri, visitarlo nei sofferenti, nutrirlo negli affamati,alloggiarlo nei senzatetto”. “L’amore per Cristo, alimentato con lo studio e la meditazione, ci fa superare ogni difficoltà”, ha detto Benedetto XVI, secondo il quale san Girolamo “ci ha lasciato anche un insegnamento ricco e vario sull’ascetismo cristiano”, specialmente quando ricorda che “un coraggioso impegno verso la perfezione richiede una costante vigilanza”. Nel cammino ascetico, per l’autore della Vulgata, “può rientrare anche la pratica dei pellegrinaggi”: in particolare, Girolamo – ha ricordato il Santo Padre – “diede impulso a quelli in Terra Santa, dove i pellegrini venivano accolti e ospitati negli edifici sorti accanto al monastero di Betlemme, grazie alla generosità della nobildonna Paola, figlia spirituale di Girolamo”. “La memoria di questi nostri fratelli e di quanti hanno sacrificato il bene supremo della vita per il nobile intento della pace contribuisca a sostenere il cammino della rinascita, piena di speranza, del caro popolo iracheno”. Con queste parole, pronunciate al termine dell’udienza generale di oggi, Benedetto XVI ha rivolto un “affettuoso pensiero ai familiari delle vittime di Nassirya, che ricordano i loro cari nel quarto anniversario della loro tragica morte”. Salutando i fedeli di lingua italiana, il Papa ha inoltre augurato ai rappresentanti dell’Unione Apostolica del Clero di “tener viva nei sacerdoti la coscienza della loro vocazione alla santità, condizione indispensabile per essere nel mondo segno credibile dell’amore di Cristo”. Non è mancato un saluto del Pontefice ai membri dell’Associazione Cuochi italiani, venuti a Roma da tutte le Regioni d’Italia in occasione del loro simposio d’autunno: “Nel vostro lavoro – ha detto loro il Santo Padre – siate messaggeri non solo della gioia serena del convivio, ma anche della condivisione fraterna e solidale”.Sir