Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA GENERALE:  LA RADICE DEL CRISTIANESIMO È A GERUSALEMME

Alla figura di Sant’Efrem, l’esponente più importante del cristianesimo in lingua siriaca, è stata dedicata questa mattina la catechesi di Benedetto XVI per l’udienza generale del mercoledì. Il Papa ha spiegato all’inizio della catechesi il perché di questa scelta. Si pensa oggi – ha detto il Papa – che il cristianesimo sia espressione di una cultura europea ed occidentale. E invece “la realtà è molto più complessa. La radice del cristianesimo si trova a Gerusalemme e nell’Antico Testamento”, e anche l’espansione del cristianesimo andò “verso l’Occidente e il mondo greco-latino”, impegnando di se la cultura europea ma anche “verso Oriente e quindi verso la Persia e l’India”. E proprio per dimostrare la varietà culturale del cristianesimo che papa Benedetto XVI ha scelto la scorso mercoledì di incentrare la sua catechesi sulla figura di Afraate. Sulla stessa linea si pone oggi la figura di Sant’Efrem Siro.

Nel presentare l’opera di Efrem, il papa ha sottolineato il suo particolare modo di fare teologia “in forma poetica”: “la poesia – ha detto il Papa – gli permette di approfondire la riflessione teologia attraverso paradossi e immagini”. Il Papa ha quindi letto ai pellegrini stralci di inni composti dal santo, come quello sulla natività di Cristo. “La sua – ha commentato il Santo Padre – è una riflessione teologica espressa con immagini e simboli presi dalla natura, dalla vita quotidiana e dalla Bibbia. Alla poesia e agli inni per la liturgia, Efrem conferisce un carattere didattico e catechetico; si tratta di inni teologici e insieme adatti per la recita o il canto liturgico. Efrem si serva di questi inni per diffondere, in occasione delle feste liturgiche, la dottrina della Chiesa”.

Un appello perché si faccia il possibile per fermare la diffusione nel mondo del virus Hiv è stato lanciato questa mattina dal Papa. Nei saluti in lingua italiana pronunciati alla fine della catechesi del mercoledì, Benedetto XVI ha ricordato che il 1° dicembre prossimo ricorrerà la Giornata Mondiale contro l’AIDS. “Sono spiritualmente vicino – ha detto – a quanti soffrono per questa terribile malattia come pure alle loro famiglie, in particolare a quelle colpite dalla perdita di un congiunto. Per tutti assicuro la mia preghiera. Desidero, inoltre, esortare tutte le persone di buona volontà a moltiplicare gli sforzi per fermare la diffusione del virus HIV, a contrastare lo spregio che sovente colpisce quanti ne sono affetti, e a prendersi cura dei malati, specialmente quando sono ancora fanciulli”.

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