Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA: METTERSI ALLA SCUOLA DI SAN TOMMASO E INTRECCIARE LE DOMANDE DEL NOSTRO TEMPO

“Mettersi alla scuola di San Tommaso e del suo capolavoro, la Summa Tehelogiae”. Un’opera monumentale, rimasta incompiuta, in cui l’intelligenza umana si è messa ad indagare “i misteri della fede”, procedendo “con chiarezza e profondità” e intrecciando “domande e risposte” che sono anche le domande del nostro tempo. Uno “sforzo della mente umana” che l’Aquinate ha sempre illuminato con la preghiera e “la luce che viene dall’Alto”. Al grande “maestro Tommaso” Benedetto XVI ha dedicato oggi la sua catechesi del mercoledì. Una catechesi complessa durante la quale il papa, teologo, è andato più volte a braccio. Di San Tommaso, il papa ha sottolineato come la sua predicazione corrisponda “quasi del tutto alla struttura del catechismo della chiesa cattolica” e per questa ragione oggi additato dal Santo Padre come modello di annuncio, perché – ha detto Benedetto XVI – “nella catechesi e nella predicazione, in un tempo come il nostro di rinnovato impegno per l’evangelizzazione, non dovrebbero mai mancare questi argomenti fondamentali: ciò che noi preghiamo, ed ecco il Padre Nostro e l’Ave Maria; e ciò che noi viviamo come ci insegna la Rivelazione biblica , ed ecco la legge dell’amore di Dio e del prossimo e i Dieci comandamenti”. “A chi obbietta che le fede è una stoltezza, perché fa credere in qualcosa che non cade sotto l’esperienza dei sensi, San Tommaso offre una risposta molto articolata, e ricorda che questo è un dubbio inconsistente, perché l’intelligenza umana è limitata e non può conoscere tutto”. Lo ha detto oggi Benedetto XVI all’udienza generale del mercoledì, dedicando la sua catechesi alla grande figura di San Tommaso. “Solo nel caso in cui – ha aggiunto – potessimo conoscere perfettamente tutte le cose visibili e invisibili, allora sarebbe un’autentica stoltezza accettare delle verità per pura fede”. Il Papa ha quindi invitato in questo cammino di conoscenza del mistero della fede a “fidarsi dell’esperienza altrui, là dove la personale conoscenza non arriva” e a prestare attenzione alla “testimonianza degli apostoli”: “essi – ha detto il Papa – erano pochi, semplici e poveri, affranti a motivo della crocifissione del loro maestro; eppure molte persone sapienti, nobili e ricche si sono convertite in poco tempo all’ascolto della loro predicazione”.Sir