Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, UDIENZA: SAN FRANCESCO DI SALES E UN INVITO «RIVOLUZIONARIO» AI LAICI

“Dieu est le Dieu du coeur humain” (Dio è il Dio del cuore umano): “In queste parole apparentemente semplici cogliamo l’impronta della spiritualità di un grande maestro, del quale vorrei parlarvi oggi, san Francesco di Sales, vescovo e dottore della Chiesa”. Lo ha detto oggi Benedetto XVI, nell’udienza generale dedicata al santo nato nel 1567 in una regione francese di frontiera. San Francesco di Sales, “vissuto a cavallo tra due secoli, il Cinquecento e il Seicento, raccolse in sé il meglio degli insegnamenti e delle conquiste culturali del secolo che finiva, riconciliando l’eredità dell’umanesimo con la spinta verso l’assoluto propria delle correnti mistiche”. “Nella sua armoniosa giovinezza – ha ricordato il Papa -, riflettendo sul pensiero di sant’Agostino e di san Tommaso d’Aquino, ebbe una crisi profonda che lo indusse a interrogarsi sulla propria salvezza eterna e sulla predestinazione di Dio nei suoi riguardi, soffrendo come vero dramma spirituale le principali questioni teologiche del suo tempo”. “Il ventenne Francesco – ha aggiunto – trovò la pace nella realtà radicale e liberante dell’amore di Dio: amarlo senza nulla chiedere in cambio e confidare nell’amore divino”. E “questo sarà il segreto della sua vita, che trasparirà nella sua opera principale: il Trattato dell’amore di Dio”. L’influsso della vita e dell’insegnamento di San Francesco di Sales “sull’Europa dell’epoca e dei secoli successivi appare immenso – ha osservato Benedetto XVI, nell’udienza generale di oggi -. È apostolo, predicatore, scrittore, uomo d’azione e di preghiera; impegnato a realizzare gli ideali del Concilio di Trento; coinvolto nella controversia e nel dialogo con i protestanti, sperimentando sempre più, al di là del necessario confronto teologico, l’efficacia della relazione personale e della carità; incaricato di missioni diplomatiche a livello europeo, e di compiti sociali di mediazione e di riconciliazione”. Ma soprattutto san Francesco di Sales “è guida di anime: dall’incontro con una giovane donna, la signora di Charmoisy, trarrà spunto per scrivere uno dei libri più letti nell’età moderna, l’Introduzione alla vita devota; dalla sua profonda comunione spirituale con una personalità d’eccezione, santa Giovanna Francesca di Chantal, nascerà una nuova famiglia religiosa, l’Ordine della Visitazione, caratterizzato – come volle il Santo – da una consacrazione totale a Dio vissuta nella semplicità e umiltà, nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie”. Muore nel 1622, a cinquantacinque anni: “Quella di san Francesco di Sales è stata una vita relativamente breve, ma vissuta con grande intensità”, ha affermato il Papa.Dalla figura di San Francesco di Sales, ha evidenziato Benedetto XVI, “emana un’impressione di rara pienezza, dimostrata nella serenità della sua ricerca intellettuale, ma anche nella ricchezza dei suoi affetti, nella ‘dolcezza’ dei suoi insegnamenti che hanno avuto un grande influsso sulla coscienza cristiana. Della parola ‘umanità’ egli ha incarnato diverse accezioni che, oggi come ieri, questo termine può assumere: cultura e cortesia, libertà e tenerezza, nobiltà e solidarietà”. A Filotea, destinataria della sua Introduzione alla vita devota, “Francesco di Sales rivolge un invito che poté apparire, all’epoca, rivoluzionario. È l’invito a essere completamente di Dio, vivendo in pienezza la presenza nel mondo e i compiti del proprio stato”. Nasceva così “quell’appello ai laici, quella cura per la consacrazione delle cose temporali e per la santificazione del quotidiano su cui insisteranno il Concilio Vaticano II e la spiritualità del nostro tempo. Si manifestava l’ideale di un’umanità riconciliata, nella sintonia fra azione nel mondo e preghiera, fra condizione secolare e ricerca di perfezione, con l’aiuto della Grazia di Dio”. A Teotimo, al quale indirizza alcuni anni dopo il suo Trattato dell’amore di Dio, “san Francesco di Sales offre una lezione più complessa. Essa suppone, all’inizio, una precisa visione dell’essere umano, un’antropologia”.In una stagione di intensa fioritura mistica, il Trattato dell’amore di Dio di San Francesco di Sales è “una vera e propria summa, e insieme un’affascinante opera letteraria”. Per Benedetto XVI, si avverte bene, leggendo il libro sull’amore di Dio e le tante lettere di direzione e di amicizia spirituale, “quale conoscitore del cuore umano sia stato san Francesco di Sales”. “Non per niente, all’origine di molte vie della pedagogia e della spiritualità del nostro tempo ritroviamo proprio la traccia di questo maestro, senza il quale non vi sarebbero stati san Giovanni Bosco né l’eroica “piccola via” di santa Teresa di Lisieux”. Secondo il Santo Padre, “in una stagione come la nostra che cerca la libertà, anche con violenza e inquietudine, non deve sfuggire l’attualità di questo grande maestro di spiritualità e di pace, che consegna ai suoi discepoli lo ‘spirito di libertà’, quella vera, al culmine di un insegnamento affascinante e completo sulla realtà dell’amore”. “San Francesco di Sales – ha concluso il Pontefice – è un testimone esemplare dell’umanesimo cristiano; con il suo stile familiare, con parabole che hanno talora il colpo d’ala della poesia, ricorda che l’uomo porta iscritta nel profondo di sé la nostalgia di Dio e che solo in Lui trova la vera gioia e la sua realizzazione più piena”.Sir