Dio ha sete della nostra fede e vuole che troviamo in Lui la fonte della nostra autentica felicità. Lo ha detto ieri il Papa, durante la visita alla parrocchia romana di S. Maria Liberatrice a Testaccio, affidata ai salesiani. Il rischio di ogni credente ha ammonito Benedetto XVI – è quello di praticare una religiosità non autentica, di utilizzare Iddio come se fosse al servizio dei nostri desideri e progetti. In quante circostanze, ha fatto notare il Pontefice – vorremmo che Iddio realizzasse i nostri disegni ed esaudisse ogni nostra attesa; in quante occasioni la nostra fede si manifesta fragile, la nostra religiosità contaminata da elementi magici e meramente terreni. Nel dialogo tra Gesù e la Samaritana, invece, vediamo delineato l’itinerario spirituale che ognuno di noi, che ogni comunità cristiana è chiamata a riscoprire e a percorrere costantemente. Come diceva sant’Agostino, Dio ha sete della nostra sete di Lui. Più l’essere umano si allontana da Dio più Egli lo insegue con il suo amore misericordioso: di qui la necessità di cercare il suo volto senza stancarci, compito indispensabile per continuare, nel nuovo contesto culturale e sociale, l’opera di evangelizzazione e di educazione umana e cristiana, per essere buoni cristiani e buoni cittadini, come voleva don Bosco.Sir