Vita Chiesa

Benedetto XVI, Udienza: prendere in mano la Bibbia per capire che Dio non è assente

«Prendere in mano più spesso la Bibbia» per «fare memoria dell’agire di Dio nella storia dell’uomo». È l’invito rivolto dal Papa per l’Avvento, che «ci invita a ripercorrere il cammino» della presenza di Dio nella storia e «ci ricorda sempre di nuovo che Dio non si è tolto dal mondo, non è assente, non ci ha abbandonato a noi stessi, ma ci viene incontro in diversi modi, che dobbiamo imparare a discernere». Nella catechesi dell’udienza generale di oggi, Benedetto XVI ha ripreso il tema del «disegno di benevolenza e di amore» di Dio verso di noi – al centro della catechesi di mercoledì scorso – per spiegare che essa «si inserisce nel tempo e nella storia degli uomini», e ci chiede di «far risplendere nella nostra vita», di testimoniare ad «un mondo spesso superficiale e distratto» quella «luce che ha illuminato la grotta di Betlemme». «La storia non è un semplice succedersi di secoli, di anni, di giorni, ma è il tempo di una presenza che le dona pieno significato e la apre ad una solida speranza»: così il Papa ha riassunto il senso del Natale. «Ciò che illumina e dà senso pieno alla storia del mondo e dell’uomo inizia a brillare nella grotta di Betlemme», ha osservato il Santo Padre: «In Gesù di Nazaret Dio manifesta il suo volto e chiede la decisione dell’uomo di riconoscerlo e di seguirlo».

«Prendere in mano più spesso la bibbia per leggerla e meditarla e prestare maggiore attenzione alle letture della Messa domenicale»: questo l’invito del Papa per l’Anno della fede, perché quest’ultima «è alimentata dalla scoperta e dalla memoria del Dio sempre fedele, che guida la storia e costituisce il fondamento sicuro e stabile su cui poggiare la propria vita». «Israele non si mette in cammino per essere un popolo come gli altri, ma per servire Dio nel culto e nella vita e testimoniarlo in mezzo agli altri popoli», ha ricordato il Papa citando il libro dell’Esodo: Dio, quindi, «rivela se stesso non solo nell’atto primordiale della creazione, ma entrando nella storia di un piccolo popolo». È in Gesù, poi, che «si compie ogni promessa» e «culmina la storia di Dio con l’umanità», come si legge nell’episodio evangelico dei discepoli di Emmaus, in cui appare chiaro che «la persona di Cristo illumina l’intera storia della salvezza e mostra il grande disegno unitario dei due Testamenti». Il Catechismo ella Chiesa cattolica, ha concluso il Papa, «riassume le tappe della rivelazione divina mostrandone sinteticamente lo sviluppo: Dio ha invitato l’uomo fin dagli inizi ad un’intima comunione con sé e anche quando l’uomo, per la propria disobbedienza, ha perso la sua amicizia, Dio non l’ha abbandonato in potere della morte, ma ha offerto molte volte agli uomini la sua alleanza».