Vita Chiesa

Benedetto XVI, udienza: Il cristiano non abbia timore di andare contro corrente (VIdeo)

«In tante nostre società – ha affermato Benedetto XVI – Dio è diventato il grande assente e al suo posto vi sono molti idoli, prima di tutto l’io autonomo. E anche i notevoli e positivi progressi della scienza e della tecnica hanno indotto nell’uomo un’illusione di onnipotenza e di autosufficienza, e un crescente egocentrismo ha creato non pochi squilibri all’interno dei rapporti interpersonali e dei comportamenti sociali». La fede, invece, «ci rende pellegrini sulla terra, inseriti nel mondo e nella storia, ma in cammino verso la patria celeste». «Credere in Dio – ha aggiunto il Papa – ci rende portatori di valori che spesso non coincidono con la moda e l’opinione del momento, ci chiede di adottare criteri e assumere comportamenti che non appartengono al comune modo di pensare». L’esempio additato da Benedetto XVI è Abramo, «il credente», che «ci insegna la fede e, da straniero sulla terra, ci indica la vera patria».

http://youtu.be/g26QGS8uKtw

 «La sete di Dio non si è estinta e il messaggio evangelico continua a risuonare attraverso le parole e le opere di tanti uomini e donne di fede», ha assicurato il Papa: «Abramo, il padre dei credenti, continua a essere padre di molti figli che accettano di camminare sulle sue orme e si mettono in cammino». Si tratta, ha ammesso Benedetto XVI, di un cammino «talvolta difficile, che conosce anche la prova e la morte, ma che apre alla vita, in una trasformazione radicale della realtà». Affermare «Io credo in Dio» ci spinge, allora, «a partire, a uscire continuamente da noi stessi, proprio come Abramo, per portare nella realtà quotidiana in cui viviamo la certezza che ci viene dalla fede: la certezza, cioè, della presenza di Dio nella storia, anche oggi; una presenza che porta vita e salvezza, e ci apre a un futuro con Lui per una pienezza di vita che non conoscerà mai tramonto». Quando affermiamo «Io credo in Dio», allora, «noi diciamo come Abramo: ‘Mi fido di te, mi affido a te, Signore’, ma non come a Qualcuno a cui ricorrere solo nei momenti di difficoltà o a cui dedicare qualche momento della giornata o della settimana. Dire ‘Io credo in Dio’ significa fondare su di Lui la mia vita, lasciare che la sua Parola la orienti ogni giorno, nelle scelte concrete, senza paura di perdere qualcosa di me stesso».

«Gli occhi della fede sono capaci di vedere l’invisibile e il cuore del credente può sperare ogni speranza». Proprio come Abramo, il «grande patriarca, modello esemplare, padre di tutti i credenti», ma anche lo «straniero» che è capace – appunto con gli «occhi della fede» – di andare «oltre le apparenze». «Egli – ha detto il Papa – è uno straniero e tale resterà sempre, con tutto ciò che questo comporta: non avere mire di possesso, sentire sempre la propria povertà, vedere tutto come dono». È questa, secondo Benedetto XVI, la «condizione spirituale di chi accetta di seguire il Signore, di chi decide di partire accogliendo la sua chiamata, sotto il segno della sua invisibile ma potente benedizione». La fede, ha proseguito il Papa, «conduce Abramo a percorrere un cammino paradossale. Egli sarà benedetto ma senza i segni visibili della benedizione. Abramo è benedetto perché, nella fede, sa discernere la benedizione divina andando al di là delle apparenze, confidando nella presenza di Dio anche quando le sue vie gli appaiono misteriose».

Al termine dell’udienza generale di oggi, il Papa ha lanciato un appello in favore delle popolazioni indonesiane colpite dalle alluvioni. Queste le parole di Benedetto XVI: «Seguo con preoccupazione le notizie giunte dall’Indonesia, dove una grande alluvione ha devastato la capitale Giacarta, provocando vittime, migliaia di sfollati e ingenti danni. Desidero esprimere la mia vicinanza alle popolazioni colpite da questa calamità naturale, assicurando la mia preghiera e incoraggiando alla solidarietà affinché a nessuno manchi il necessario soccorso».

http://youtu.be/-WAHFpn4jmk