Vita Chiesa

CARCERI: MONS. PLOTTI, NO AL CALO DI ATTENZIONE PER IL GESTO DI CLEMENZA

“Preoccupazione e delusione” per il calo di attenzione verso il “gesto di clemenza”, chiesto dal Papa al Parlamento italiano, e un monito a considerare il caso Sofri come “un caso umano”, da affrontare “con serenità” ed evitando “strumentalizzazione”. Ad esprimerli è stato oggi mons. Alessandro Plotti, arcivescovo di Pisa e vicepresidente della Cei, nel corso della seconda conferenza stampa della 50ª Assemblea generale dei vescovi italiani, che si concluderà domani a Collevalenza. “Che l’interesse verso una forma di clemenza, da parte del Parlamento italiano, nei confronti dei detenuti si stia affievolendo – ha detto Plotti – mi preoccupa e mi delude. Le aspettative sono forti, e anche se come vescovi non possiamo entrare nel merito delle forme concrete di clemenza – indulto, amnistia, grazia – preoccupa il fatto che il Parlamento, per la seconda volta dopo l’analoga richiesta avanzata per il Giubileo, non tenga conto di questa realtà”. L’auspicio della Cei, quindi, è che “si possa trovare una strada per dare un segnale verso un mondo, come quello delle carceri, che ha bisogno di essere considerato con maggiore attenzione e carità”; anche i vescovi, da parte loro, potrebbero “riprendere” la riflessione su questo tema, per “dare un segnale ai politici affinché questo problema non crei delusioni”.

Quello dell’eventuale concessione della grazia ad Adriano Sofri, ha detto inoltre Plotti rispondendo ai giornalisti, è “un argomento delicato”, ed anche nel mondo cattolico ci sono “atteggiamenti diversificati e convergenze”. “Sofri – ha assicurato l’arcivescovo di Pisa – sta vivendo questa vicenda con grande dignità e attenzione: non chiederà mai la grazia, ma non la potrà rifiutare se gliela concederanno”. L’importante, per Plotti, è che “non si cada nella politicizzazione”: quello di Sofri “è un caso umano che va affrontato nella sua verità, le strumentalizzazioni portano solo confusione. Mi auguro che questa vicenda venga affrontata con serenità, qualunque sia il risultato effettivo, tenendo presente la persona e le ripercussioni politico-culturali che il caso Sofri comporta”. Sir