Vita Chiesa

CARD. BERTONE: ACCESSO UNIVERSALE ALLE CURE SANITARIE

“La giustizia esige che si garantisca l’accesso universale alle cure sanitarie. Oggi è comunemente accettato che i livelli minimi dei bisogni sanitari di base siano forniti come un diritto umano fondamentale. Pertanto, al fine di realizzare pienamente il diritto alla salute dei propri cittadini, lo Stato ha l’obbligo di adottare appropriate misure legislative, amministrative, finanziarie, giudiziarie e promozionali”: lo ha detto stamane in Vaticano il Segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone, intervenendo alla sessione di apertura della XXV conferenza internazionale del Pontificio Consiglio di Pastorale degli Operatori Sanitari, sul tema “Per una cura della salute equa ed umana alla luce dell’enciclica ‘Caritas in Veritate’” (fino a venerdì 19 novembre sera). Il cardinale ha proseguito affermando che “lo Stato deve garantire pari accesso a tutti i determinanti fondamentali della salute (sicurezza alimentare, acqua, alloggio, servizi igienici, e così via). È suo dovere altresì garantire che gli altri fornitori dei servizi sanitari (il settore privato) si conformino alle norme sui diritti umani, e che la privatizzazione non costituisca una minaccia per l’accessibilità, la disponibilità, e la qualità delle strutture, dei beni e dei servizi sanitari”. Dopo aver portato i saluti agli oltre 600 partecipanti alla conferenza internazionale da parte del Papa Benedetto XVI, il cardinale ha preso in considerazione la diversa realtà dei paesi industrializzati rispetto a quelli in via di sviluppo. “In generale tutti i paesi industrializzati garantiscono ai loro cittadini l’accesso ad un ampio servizio di salute pubblica e di interventi medici individuali. In questi paesi, l’accesso alle cure è assicurato nonostante le differenze di reddito e ricchezza, attraverso sistemi universali di copertura sanitaria”. Ha poi notato che “anche se questi sistemi sanitari garantiscono l’accesso universale a tutti i cittadini, i servizi forniti variano da paese a paese e da regione a regione. Inoltre, in alcune Nazioni, persistono ineguaglianze, con particolare riguardo ad alcuni gruppi svantaggiati, soprattutto adulti e bambini poveri, rifugiati e immigrati, che, per vari motivi, non possono essere coperti da regimi assicurativi esistenti. I diritti di tutte queste persone devono essere rispettati e promossi”. Il cardinale ha quindi affermato che “nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo, soprattutto quelli caratterizzati da instabilità politica e da povere risorse economiche, la situazione lascia molto a desiderare. Molto spesso il rispetto e la protezione dei diritti dei cittadini, tra cui l’accesso alle cure sanitarie specialmente per quel che riguarda la gente comune, è lungi dall’essere realtà”.Sir